Site icon quicosenza

Trovato morto l’albanese scomparso

db37724a1e79e40f446eb56812b3313c

SPEZZANO ALBANESE – Inghiottito dalla fitta vegetazione. Dopo oltre trenta ore di insistenti ricerche, su tutto il territorio del centro arbereshe, ieri sera, i vigili del fuoco del Comando provinciale di Cosenza, unitamente ai colleghi del distaccamento di Castrovillari, ai carabinieri della stazione di Spezzano Albanese, ai volontari della Protezione civile e agli uomini del Corpo forestale dello Stato, hanno trovato il corpo senza vita di Admir Dejelii,

il 36enne di nazionalità albanese, trapiantato a Spezzano per motivi di lavoro che, venerdì mattina, aveva telefonato alla moglie chiedendole, con voce fioca e rantolante, aiuto per via di un incidente in cui era rimasto coinvolto. La moglie di Dejeli, dopo quella frazione di secondo di conversazione con il marito, non aveva più avuto più notizie del suo Admir. Aveva insistentemente composto e ricomposto quel numero di cellulare che, però, non dava segni di vita. Tra la disperazione e la paura che il congiunto fosse rimasto ferito o non fosse in grado di provare a chiedere aiuto, la moglie del 36enne aveva lanciato l’sos di emergenza alle forze dell’ordine, chiedendo aiuto. Raccolta la segnalazione, immediatamente la macchina dei soccorsi s’era attivata e l’intera zona di Spezzano Albanese era stata setacciata. All’attività di soccorso avevano intensamente partecipato anche i carabinieri della Compagnia di San Marco Argentano, i vigili del fuoco di del distaccamento Mangone e dei comandi di Vibo Valentia e della direzione di Catanzaro, nonché i volontari del Soccorso alpino, l’unità cinofila di Vibo Valentia,, gli uomini del reparto speciale dei vigili del fuoco del Saf, nonché gli equipaggi volanti di Protezione Civile e Vigili del fuoco. Ma, nonostante l’avvio delle ricerche, di Admir Dejeli, nessuna traccia. Anzi, ad un certo momento, gli inquirenti e i soccorritori avevano anche sollevato il dubbio che quella telefonata che l’albanese aveva fatto a sua moglie, poteva anche essere un gesto messo in atto per giustificare un allontanamento volontario. Senza tener minimamente conto di quest’ipotesi, gli inquirenti hanno continuato a battere palmo a palmo, il territorio, fino al momento dell’amara scoperta. Il corpo senza vita dell’albanese, è stato ritrovato in fondo ad una scarpata di oltre venticinque metri, in località Stragolia piccola, una zona impervia, situata a ridosso della zona industriale di contrada Infascinato e non molto distante da Torre Mordillo. I soccorritori, dopo aver raggiunto, non senza difficoltà, il cadavere dell’albanese, hanno effettuato una ricerca per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente. Il 36enne, infatti, durante l’impatto, secondo la prima sommaria ipotesi investigativa, potrebbe essere stato sbalzato fuori dall’abitacolo del suo mezzo e scaraventato in fondo al dirupo in cui è stato poi ritrovato morto.

Exit mobile version