Nove grillini chiedono commissariamento Cnr di Mangone: “Risulta agli interroganti che il CNR abbia pagato dal 1990 ad oggi circa 20 milioni di euro per la locazione dell’immobile.”
MANGONE (CS) – Nove senatori del Movimento 5 Stelle, hanno chiesto il commissariamento del Cnr di Mangone; ente pubblico nazionale di ricerca con competenza scientifica generale, vigilato dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca. La rete scientifica del CNR è composta da oltre 100 istituti con strutture diffuse su tutto il territorio nazionale, tra cui l’Istituto di scienze neurologiche (ISN) con sede a Mangone. I nove grillini (primo firmatario Morra) ritornano sulla complicata vicenda del canone di fitto della sede di Piano Lago di Mangone; per la quale avevano già avanzato circa 20 interrogazioni (che ad oggi non hanno ricevuto risposta), “nelle quali si denunciavano vari problemi di gestione del CNR, di fatto riconducibili al suo management, il cui costo è lievitato del 670 per cento, a discapito delle risorse disponibili per le attività di ricerca, che i ricercatori conducono con non poche difficoltà”. Oggi, perciò, nell’atto di sindacato ispettivo, chiedono il commissariamento dell’ente.
Il presidente dell’ente, professor Massimo Inguscio, rispondeva a tal proposito: “I contenuti oggetto del servizio di Striscia la notizia, trasmessi nella puntata dell’8 maggio, concernenti il contratto di locazione della sede Cnr di Mangone (Cosenza) hanno destato motivato disappunto ed hanno costituito oggetto di approfondimento nel corso della odierna riunione del Consiglio di Amministrazione dell’Ente, con l’impegno dell’Amministrazione e del Collegio dei revisori dei conti a svolgere ulteriori accertamenti e verifiche. (…) Mi preme rilevare che trattasi di questione risalente nel tempo, sin dal 1990, e alla quale più volte si sono interessate le precedenti amministrazioni del Cnr che hanno chiarito la legittimità delle procedure seguite. Nel caso concreto il canone pagato per la sede del Cnr di Mangone, da ultimo rinnovato nel 2014, è stato ridotto nel tempo, in applicazione della normativa subentrata in materia di locazioni pubbliche. Ciò premesso (…) nell’ambito del processo in corso di intensa razionalizzazione dei costi del Cnr, tra cui quelli relativi alle locazioni immobiliari delle sedi dell’Ente sul territorio, il Cnr coglierà l’occasione della prossima scadenza del contratto di locazione dell’immobile di Mangone per valutare ogni opportuna azione finalizzata all’ulteriore riduzione degli oneri a carico dell’Ente”.
“Tali dichiarazioni, – continuano i senatori – che confermano la veridicità dei fatti raccontati dalla trasmissione televisiva, destano negli interroganti forti perplessità circa l’assunta legittimità delle procedure seguite dall’ente. Senza attendere il richiesto parere di congruità, il CNR, aveva proceduto alla variazione del canone di locazione dello stabile di Mangone, che veniva concordato in 520.000 euro, fino alla scadenza contrattuale, prevista per il 2 aprile 2019; l’affrettata quanto immotivata decisione di procedere alla variazione del canone contrattuale in assenza della stima ha provocato, ad avviso degli interroganti, un grave danno erariale, quantificabile fino alla scadenza contrattuale (2 aprile 2019) in 2.383.265,62 euro, pari alla differenza tra il canone annuo indicato nell’atto aggiuntivo (520.000) e quello ritenuto congruo dall’Agenzia delle entrate, pari a 163.150 euro, al quale andava applicata l’ulteriore riduzione del 15 per cento, per cui l’atto aggiuntivo avrebbe dovuto fissare in 138.677,50 euro il canone annuo della locazione.
Considerato che, a parere degli interroganti:
in questo preoccupante quadro risulta anche che tra le priorità del presidente Massimo Inguscio vi sia stata la proposta di una modifica statutaria che gli consentisse di cumulare più incarichi e più stipendi. Allo stesso tempo, egli ha delegato le sue funzioni ai componenti del consiglio di amministrazione, professor Saccani Jotti, professor Frosini e professor Lagalla, e in aperta violazione delle norme statutarie e regolamentari dell’ente, si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di quanto descritto e se non ritengano indifferibile il commissariamento del CNR, il più grande ente pubblico di ricerca del Paese che annualmente assorbe dalle casse dello Stato quasi un miliardo di euro.”
