REGGIO CALABRIA – Proteste a Reggio Calabria per ‘licenziare’ i responsabili del disastro gestionale dell’impresa di trasporto pubblico.
“Il nostro obiettivo – si legge in una nota divulgata dal sindacato USB – rimane quello di difendere i diritti e la volontà espressa dai 180 dipendenti che hanno sottoscritto la nostra proposta di preservare un importante asset pubblico fondamentale per lo sviluppo sociale ed economico del territorio ed evitare di scaricare sui dipendenti i debiti causati da chi ha gestito l’azienda con metodi clientelari e assolutamente inadeguati. Per queste ragioni è stato proclamato lo sciopero di 4 ore del 15 settembre. Per poter arrivare all’obiettivo di ridare la parola ai lavoratori e alle lavoratrici serve, innanzitutto, ripristinare la democrazia nei posti di lavoro in modo che a determinare le scelte che riguardano i diritti, la tutela del salario e la condizione lavorativa, siano gli iscritti e non gli apparati sindacali. Per queste ragioni diventa fondamentale la nostra battaglia tesa anche ad ottenere il legittimo diritto alla rappresentanza in forza dei numeri che esprimiamo.
Il loro tempo, quello della concertazione e della complicità, sta per finire. I motivi per i quali il 15 settembre tutti i settori aziendali, TPL e Servizio Scuolabus, Servizi per la mobilità, Officine, Uffici e personale fermo, sciopereranno sono tesi all’immediata liquidazione degli arretrati salariali ancora vantati dai dipendenti; ad annullare l’accordo sottoscritto a giugno 2014 che, lo ricordiamo, oltre a licenziare otto lavoratori ha previsto un pesante contributo a carico dei dipendenti nonostante i parametri costi/ricavi risultino essere in sostanziale equilibrio; ad evitare il ricorso a forme di flessibilità oraria a discrezione dell’azienda; il ricorso allo straordinario che, a differenza di quanto sostenuto dal Direttore generale, non è autorizzabile nel caso di esigenze organizzative per le imprese che hanno avuto accesso ai benefici della legge 236/93. La possibilità di riaprire la trattativa e sospendere l’attuazione del Piano di rientro è strettamente connessa al risultato dello sciopero del 15 settembre”.
