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Arrestato latitante ed elemento di spicco della ‘ndrangheta, fermato all’aeroporto di Fiumicino

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E’ stato bloccato all’aeroporto di Fiumicino Bruno Crisafi, ritenuto un elemento di spicco della ‘ndrangheta e legato alla cosca di Giorgi alias Ciceri, condannato in primo grado a 20 anni di reclusione

 

ROMA – La sua residenza era a San Luca ma ormai viveva, grazie all’aiuto di una rete di complici, nella Capitale. Crisafi era latitante dal 2015, quando era sfuggito all’arresto a conclusione di una grossa indagine sul traffico di droga, e nel maggio 2016 era stato condannato in primo grado dal tribunale di Roma alla pena di 20 anni di reclusione per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso. L’uomo aveva trovato rifugio a Perth, in Australia da alcuni parenti.

La Polizia di Stato e Guardia di Finanza però hanno aiutato le autorita’ australiane a respingere la sua richiesta di visto per soggiornare in quel paese. E quindi, braccato dalle ricerche, supportate dall’estensione internazionale dei provvedimenti restrittivi, il latitante ha deciso di costituirsi, presentandosi all’aeroporto di Roma Fiumicino con un volo da Perth. All’arrivo ha trovato i finanzieri del GICO e gli agenti della Squadra Mobile di Roma e del Servizio Centrale Operativo che, con la collaborazione della Polizia di Frontiera Aerea di Fiumicino, hanno provveduto al suo arresto e al conseguente trasferimento in carcere.

La cellula criminale con propri referenti in Colombia e Marocco con il compito di trattare, alla pari, con i locali narcos, era intenzionata a monopolizzare il mercato della droga nella città di Roma diventando referente affidabile anche per altre organizzazioni criminali operanti sul territorio collegate ad altre ‘ndrine ed alla camorra; il tutto per un giro d’affari milionario che, inevitabilmente, avrebbe inquinato il circuito dell’economia legale.

La Squadra Mobile invece, aveva arrestato gli autori dell’omicidio del boss della ‘ndrangheta Vincenzo Femia, ritenuto il referente romano della cosca Nirta-Scalzone di San Luca, ucciso a Roma il 24 gennaio del 2013, ad opera di un commando mafioso composto da 5 killer calabresi (Massimiliano Sestito, Francesco e Antonio Pizzata e Gianni Cretarola). Gli esponenti apicali del sodalizio investigato, sebbene originari di San Luca, erano da anni radicati nella città di Roma, nei quartieri Appio, San Giovanni, Centocelle, Primavalle ed Aurelio, dove potevano contare su una fitta rete di connivenze che garantivano loro di vivere in completo anonimato e fornire, all’occorrenza, supporto logistico ai latitanti. Il sodalizio criminale aveva ramificazioni anche a Genova, Milano e Torino dove aveva basi logistiche per il momentaneo stoccaggio delle partite di droga importate. Le indagini avevano svelato i dettagli delle rotte seguite dalle partite di stupefacente per giungere in Italia: l’organizzazione criminale poteva vantare propri fidati emissari in Marocco (tra i quali l’allora latitante internazionale Marco Torello Rollero, arrestato ed estradato in Italia lo scorso 09 agosto 2016) ed in Colombia, i quali, rifugiati in quei paesi, trattavano – con i referenti locali del narcotraffico – l’acquisto di ingenti partite di stupefacenti, da importare attraverso l’utilizzo di container commerciali, ovvero allestendo vere e proprie traversate transoceaniche e nel mediterraneo con imbarcazioni private.

In Italia, invece, la filiera della vendita all’ingrosso della droga era curata da Andrea Rollero e dai fratelli Crisafi, Bruno e Vincenzo, contigui alla cosca Giorgi alias Ciceri. Nel corso degli arresti eseguiti nel 2015, proprio Bruno Crisafi si era reso irreperibile, abbandonando il territorio nazionale e dichiarandosi latitante. Nel frattempo, comunque, il Tribunale di Roma, nel maggio 2016, condannava in primo grado Crisafi alla pena di anni 20 di reclusione per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso. Braccato dalle ricerche, supportate peraltro dall’estensione internazionale dei provvedimenti restrittivi, Bruno Crisafi ha deciso di costituirsi, presentandosi all’aeroporto di Roma Fiumicino, in arrivo da Perth, in Australia.

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