“Se verrà vinto il ricorso contro la sospensione, la responsabilità sarà solo ed esclusivamente della Regione.”
CELICO (CS) – “Crediamo sia necessario fare un resoconto sommario di quanto avvenuto nell’incontro durante il quale il Governatore Oliverio ha disposto l’immediata sospensione dei conferimenti dei rifiuti nell’impianto di Celico, di proprietà della Mi.Ga Srl, e illustrare cosa potrebbe accadere nei prossimi giorni.” Così si legge in una nota del Comitato Ambientale Presilano, che descrive nel dettaglio l’incontro avvenuto lo scorso 21 giugno con Mario Oliverio. “La discussione – continua la nota – è iniziata con una relazione del consigliere Giudiceandrea, il quale ha illustrato le problematiche provocate dalla presenza dell’impianto di Celico, prima tra tutte la puzza, prodotta non solo dall’impianto di lavorazione ma anche dai rifiuti abbancati in discarica, e ricordando come il problema sia stato rappresentato egregiamente dal video dei bambini di Rovito.
Ha inoltre fatto presente che l’impianto di Celico non viene utilizzato per lo smaltimento dei rifiuti prodotti in regione, se non per sole 10 tonnellate al giorno di umido. Il resto dei rifiuti infatti proviene da altre regioni, in particolare dalla Campania. Le stesse doglianze sono state espresse dal Sindaco di Celico. Il Governatore Oliverio ha dichiarato di non avere alcuna responsabilità nella realizzazione dell’impianto e che, da quando è stato eletto, ha cercato di limitare i danni disponendo l’utilizzo della discarica per sole 10 tonnellate di organico al giorno. Il Dirigente Generale della Regione ha chiarito che, inizialmente, era stata disposta la sospensione totale dei conferimenti di rifiuti pubblici nell’impianto di Celico e che poi, a seguito di un incontro in Prefettura, su richiesta di alcuni sindaci, era stato disposto di far lavorare alla Mi.Ga. le 10 tonnellate di organico al giorno. Il Governatore Oliverio ha poi chiesto di verificare da dove provengono i rifiuti che giungono nell’impianto di Celico, dichiarando che non è accettabile che i cittadini debbano convivere con la puzza e che se ci sono spazi di iniziativa, la DISCARICA VA CHIUSA.
Ha poi proposto 3 soluzioni:
- Sospensione dei conferimenti
- Ritiro dell’AIA
- Ordinanza di chiusura dell’impianto.
La prima da adottare subito. La seconda da valutare, insieme ad un pool composto da esperti del Dipartimento Ambiente, tecnici e legali indicati dai rappresentanti politici e dal CAP e da adottare nel caso in cui non comporti un esborso ingente di soldi per la Regione. Il ricorso alla terza soluzione è stato proposto nel caso in cui le prime due non fossero sufficienti e garantendone la legittimità con il supporto della Regione che si prodigherebbe nel produrre valutazioni tecnico-scientifiche incontrovertibili.
Il Sindaco di Rovito D’Alessandro ha inizialmente posto la discriminante tra puzza con effetti nocivi e puzza che tali effetti non ha. L’intervento è stato prontamente interrotto dal consigliere Giudiceandrea, che ha fatto presente come il deterioramento della qualità della vita ci sia indipendentemente dalla nocività o meno della puzza. Il CAP è intervenuto dichiarando l’illegittimità dell’autorizzazione rilasciata alla Mi.Ga., spiegandone le motivazioni e inchiodando la Regione alle proprie responsabilità. Il Dirigente Generale della Regione ha poi illustrato la possibile esistenza di violazioni nella gestione dell’impianto, in base alle quali esistono, a suo parere, elementi per sospendere l’AIA.
E’ stata poi contestata al Dipartimento Ambiente (dal CAP, dal consigliere Giudiceandrea e dal Sindaco Falcone) la modalità di verifica delle emissioni, che avviene in autocontrollo da parte del gestore e con una frequenza insufficiente. Infatti i controlli vengono effettuati solo una volta ogni 6 mesi e direttamente dalla MiGa, limitandosi ARPACAL a controllare il report cartaceo fornito dal gestore. La Dirigente del Dipartimento Ambiente poneva poi al Presidente l’obiezione che, sospendendo i conferimenti, non sarebbe stato possibile effettuare il monitoraggio delle emissioni moleste, ma il Governatore rispondeva che, soprattutto in vista della stagione estiva e del forte caldo, non si poteva permettere alla ditta di continuare a conferire rifiuti con rendendo l’aria irrespirabile.
Alle obiezioni sugli eventuali costi a carico della Regione per la chiusura dell’impianto, il CAP faceva presente che, per i cittadini della Presila, il deprezzamento degli immobili ha già comportato un esborso di decine di migliaia di euro a famiglia e che la responsabilità del rilascio di un’autorizzazione illegale è della Regione, che pertanto deve attivarsi per individuare e adottare una soluzione definitiva al problema. La riunione si concludeva con l’impegno da parte della Regione, su richiesta del Sindaco Falcone, a finanziare il piano di monitoraggio e l’eventuale bonifica della vecchia discarica.
Cosa accadrà adesso?
Di certo la Mi.Ga. Srl proporrà ricorso contro il decreto di sospensione dei conferimenti disposto dalla Regione. E’ plausibile che vinca il ricorso e che torni a lavorare e interrare rifiuti. Questo potrebbe accadere in breve tempo se il TAR dovesse accogliere la richiesta di sospensione del provvedimento della Regione e non sarà la chiusura del viadotto Cannavino a fermare gli sversamenti, perché già da tempo i mezzi carichi di rifiuti viaggiano sul percorso alternativo. Se ciò dovesse succedere, crediamo che la responsabilità sia solo ed esclusivamente della Regione per due motivi:
- Il Dipartimento Ambiente, pur cosciente dei problemi creati dall’impianto di proprietà della Mi.Ga., probabilmente ha omesso di diffidare il gestore per imporgli il rispetto delle prescrizioni;
- L’ARPACAL, non solo ha omesso di intervenire, pur se sollecitata dai cittadini e dai Sindaci (a titolo di esempio esiste, da oltre un mese, un sollecito disatteso del Sindaco di Celico), ma ha dichiarato palesemente il falso, non riconoscendo che dall’impianto vengono emessi odori molesti.
E’ evidente che, nel caso in cui tali omissioni dovessero vedere la Regione soccombente nei confronti della Mi.Ga. Srl, chiederemo a gran voce le dimissioni immediate dei Responsabili. Nel frattempo chiediamo al Dipartimento Ambiente di attivare immediatamente il pool promesso dal Governatore Oliverio, perché produca al più presto le motivazioni per il RITIRO dell’AIA. Nella malaugurata ipotesi in cui il TAR dovesse dare ragione a Mi.Ga, chiederemo ad ARPACAL di svolgere il compito per il quale l’agenzia è stata istituita, certificando immediatamente i danni prodotti dall’impianto di Celico e al Dipartimento Ambiente di emettere immediata diffida e successiva sospensione dei conferimenti. Non siamo disposti a tollerare collusioni o prese in giro con chi ci sta avvelenando.”
