Il primo cittadino di Albidona: “Inefficienti procedure di intervento, poche risorse e soccorsi inadeguati con continui rimpalli di responsabilità e scaricabarile”.
ALBIDONA (Cs) – Dopo i roghi dei giorni scorsi che hanno devastato l’Alto Jonio cosentino, mandando in fumo ettari ed ettari di terreni coltivati, continua l’emergenza incendi. Nel tardo pomeriggio di ieri una nuova terribile ondata di fuoco ha devastato il Comune di Albidona alle porte del centro paese colpendo zone adibite a coltivazioni, uliveti e vigneti. Anni di sacrifici distrutti dalle fiamme. Nonostante l’arrivo dei vigli del fuoco, i violenti incendi, favoriti anche dal vento, non sono stati ancora domati. In questo terribile momento di emergenza si fa ancora più forte il grido di denuncia del Sindaco Filomena Di Palma
“Le valutazioni non possono essere fatte al momento, telefonicamente e quindi a distanza, poiché in questo modo, si rischia arrivare sul posto quando è ormai troppo tardi e quando ettari ed ettari di risorse boschive e uliveti sono già andati in fumo. Sarebbe necessario dotare i comuni degli strumenti utili ad intervenire autonomamente“. Questo è quanto sostiene, ormai da giorni, il sindaco di Albidona, che con i sindaci del comprensorio vuole farsi portavoce di questo gravissimo problema che annualmente affligge l’Alto Ionio cosentino. “Con la stagione degli incendi – aggiunge Di Palma in una nota stampa – è cominciato anche il rimpallo delle competenze e delle responsabilità. Bisogna dire basta ad un servizio antincendio che non valuta le effettive criticità.
Siamo di fronte all’ennesimo carrozzone. È impensabile che un operatore da Cosenza possa fare una valutazione in base ad una descrizione fatta telefonicamente e assumere decisioni dall’alto che potrebbero essere non soltanto inadeguate ma diventare nefaste per i territori colpiti da incendi. Quello che dobbiamo chiedere tutti con forza – continua la Di Palma- è che i sindaci non siano lasciati soli di fronte a questa grave emergenza che annualmente interessa i nostri territori; che le procedure vengano snellite e che i territori, anche in forma di consorzi di comuni, possano essere messi nella condizione di autogestirsi. Se si è in grado di intervenire nell’immediato, si può evitare, così di ricorrere all’intervento dei Canadair, che non solo costano, ma che spesso impiegano troppo tempo per arrivare sul posto”.
