REGGIO CALABRIA – Si tratta della quarta querela all’indirizzo del noto critico d’arte.
E’ stato infatti inoltrato, alla Procura della Repubblica di Milano, dal presidente della Commissione speciale di Vigilanza del Consiglio regionale della Calabria, Aurelio Chizzoniti, un nuovo esposto-querela a seguito delle polemiche sull’ipotizzato trasferimento dei Bronzi di Riace all’Expo 2015 e dopo che la Commissione insediata dal ministro Franceschini, ha considerato intrasportabili le due statue. La notizia è stata comunicata dall’ufficio stampa del Consiglio regionale calabrese. “Il presidente Chizzoniti – riporta il comunicato – si sofferma sulle ultime affermazioni del prof. Vittorio Sgarbi ed al dottor Edmondo Bruti Liberati, procuratore capo del Tribunale di Milano, viene trasmessa un’ampia rassegna stampa, ‘il cui contenuto – afferma Chizzoniti – conferma il deliberato disegno diffamatorio nei confronti dei cittadini di Reggio Calabria, ‘hanno rotto i c&hellip’, degli ‘idioti’ della Regione Calabria esteso anche ai componenti della Commissione Ministeriale nel cui contesto emerge la strumentale costituzione della stessa e la ‘disinteressata’ segnalazione del prof. Zanardi ‘nominato da noi che ha votato contro di noi'”. “Ma ‘noi’ chi?” Domanda il presidente Chizzoniti. Sulla base di queste ultime esternazioni del critico d’arte e del contenuto dei precedenti esposti, Chizzoniti invita la Procura di Milano ‘ad esplorare il senso dell’affermazione ‘nominato da noi’ che potrebbe racchiudere la pianificazione concertata a tavolino da parte della ‘Sgarbi Corporation’ probabilmente ispirata dal quadrumvirato Sgarbi, Franceschini, Ceci e Maroni e volta al trasferimento ‘a prescindere’ da qualsivoglia rischio dei due guerrieri a Milano'”. “Al di là degli esiti giudiziari – sostiene ancora Chizzoniti – sembra incontestabile che il tentativo ignobile di mettere a repentaglio la sicurezza dei due guerrieri e non certo per finalità culturali, è andato definitivamente a vuoto grazie all’ostinazione che i calabresi hanno avuto nel tutelare l’integrità di due capolavori dell’umanità che i turisti di Milano o di qualsiasi altra parte del mondo, qualora desiderassero ammirarli, debbono avere l’amabilità di venire a Reggio Calabria”.
