CATANZARO – La raffica di arresti in cui fu coinvolto il militare riguardava trentasei presunti affiliati al clan Giampà.
Al termine della sentenza con rito abbreviato di Maggio tutti gli imputati furono condannati a vario titolo di associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsioni, usura, danneggiamento, detenzione illegale di armi e favoreggiamento. I giudici del Tribunale della libertà di Catanzaro hanno concesso gli arresti domiciliari al brigadiere dei carabinieri Roberto Gidari, condannato in primo grado a sei anni nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Catanzaro contro le cosche della ‘ndrangheta. I giudici del riesame hanno accolto la richiesta dei difensori di Gidari, gli avvocati Francesco Gambardella a Antonio Pagliuso. Il brigadiere dei carabinieri è accusato di violazione del segreto d’ufficio e concorso esterno in associazione mafiosa. L’inchiesta contro le cosche della ‘ndrangheta, chiamata Medusa, ha portato nei mesi scorsi alla condanna di 36 imputati a pene variabili dai 3 ai 14 anni di reclusione. Attualmente è in corso il processo d’appello.
