E’ stato assicurato alla giustizia e si trovava Amsterdam Gioacchino Bonarrigo, 33 anni di Cinquefrondi (RC), ritenuto elemento di rilievo dell’articolazione territoriale della ‘ndrangheta Cosca “Bellocco”, operante prevalentemente nell’area tirrenica reggina e con ramificazioni in ambito nazionale ed internazionale.
REGGIO CALABRIA – Bonarrigo, destinatario di un mandato di arresto europeo dall’aprile 2016, era di fatto irreperibile dal luglio 2011 quando era evaso dagli arresti domiciliari cui era sottoposto, ciò al fine di sottrarsi ad ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal locale ufficio GIP su richiesta di questa Procura Distrettuale, per i reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
L’uomo, inoltre, è destinatario di ordine di esecuzione per la carcerazione emesso dalla Procura di Palmi, dovendo scontare la pena di anni 2 e giorni 19 per reati in materia di armi e ricettazione.
Nella mattinata del 6 settembre scorso, le forze di polizia operanti hanno individuato, in un centralissimo quartiere della capitale olandese, l’area nella quale Bonarrigo aveva trovato rifugio. I prolungati servizi di osservazione, protrattisi ininterrottamente fino al giorno successivo, hanno consentito di bloccare in strada il ricercato e di procedere, dunque, al suo arresto. Figlio di Nicola e Adriana Ascone, il latitante è nipote del boss Antonio Ascone. Il giovane arrestato nei giorni scorsi in Olanda, infatti, era stato coinvolto nell’operazione “Ramazza” nell’ambito della quale è emerso il suo coinvolgimento in un traffico di sostanze stupefacenti che gli è costato una condanna definitiva a sei anni di carcere.
Gioacchino Bonarrigo, inoltre, secondo gli inquirenti ha avuto un ruolo attivo in seno alla cosca anche durante il periodo più acuto di una faida con un clan avversario. Nell’agosto 2007, era stato trovato in possesso di due pistole per le quali è stato condannato a 3 anni e 6 mesi di reclusione. Già nel 2002 Gioacchino Bonarrigo è stato protagonista di una rapina in danno di cittadini extracomunitari per la quale veniva condannato dal Tribunale per i minorenni. Secondo gli inquirenti Bonarrigo avrebbe avuto un ruolo anche nella gestione della latitanza di Vincenzo Ascone e nel settembre 2004, a soli 20 anni, è stato identificato assieme a numerosi esponenti della cosca Bellocco mentre si trovava a Polsi, in occasione dell’annuale festa della Madonna.
