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Cosenza, vuole vendere l’auto e si ritrova a piedi con un assegno falso

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Assolto da ogni accusa l’uomo ritenuto responsabile del raggiro per una ‘svista’ tra targa prova e portarga.

 

COSENZA – Assolto, perché il fatto non sussiste, Bruni Pasquale, difeso dall’avvocato Cristian Cristiano, dalle accuse di ricettazione, furto aggravato, falso e truffa. Reati contestati in relazione ad una vicenda giudiziaria nata dalla compravendita di un’autovettura, sottratta alla disponibilità della persona offesa a seguito di una serie articolata di sotterfugi, a mezzo di un assegno dell’importo di 14.500 euro risultato poi falso. All’imputato si contestava, in particolare, di aver raggirato la persona offesa, maresciallo della Guardia Costiera, spingendola a vendere la propria auto a fronte della dazione della somma suindicata. All’appuntamento concordato presso un’agenzia di pratiche automobilistiche di Cosenza si erano però presentati due persone, un uomo ed una donna, al posto dell’acquirente che avevano consegnato, a nome del titolare dell’agenzia per la quale lavoravano, l’assegno.

 

Solo una volta recatosi in banca, la persona offesa si era resa conto del fatto che l’assegno fosse falso e che la macchina, con cui era stato accompagnato si era nel frattempo allontanata. Tornato presso l’agenzia di pratiche automobilistiche aveva poi verificato l’ulteriore beffa di non trovare neppure la propria autovettura. Da qui un serie di indagini che avevano portato poi all’individuazione dell’imputato come il responsabile di tutti i reati sopra evidenziati. Nel corso della lunga istruttoria la difesa ha, però, dimostrato l’incredibile equivoco in cui era caduto il povero imputato rinviato a giudizio perché chi fornì gli elementi per identificare il responsabile della truffa aveva espressamente riferito come la macchina a bordo della quale si era recato presso la banca e condotta da un sedicente complice del Bruni, fosse munita di una targa prova con la scritta “La Pigna- Amantea” e non di un porta targa con apposta la medesima dicitura.

 

Di contro, a seguito di un casuale sopralluogo, nel fermare l’imputato per un normale controllo, si era notata sulla targa, e non già sulla targa prova, dell’autovettura a lui intestata proprio la dicitura “La Pigna – Amantea”. Il macroscopico errore aveva portato ad un successivo riconoscimento in cui la persona offesa aveva addirittura individuato, nonostante l’avesse intravisto solo per pochi attimi, nell’imputato colui che sarebbe salito a bordo dell’auto poi trafugata nel momento in cui si allontanava per recarsi in banca a cambiare l’assegno. A fronte di tale quadro la difesa ha evidenziato le suggestioni in cui era evidentemente incorsa la persona offesa, le contraddizioni che avevano caratterizzato le indagini nella loro fase iniziale e la circostanza che nessuno avesse comunque visto allontanarsi l’imputato a bordo dell’auto nonché la mancanza di qualsivoglia legame tra il Bruni e le tre persone che avevano perpetrato il raggiro. Elementi che hanno indotto il giudice del Tribunale di Cosenza ad emettere una sentenza di assoluzione in relazione a tutte le ipotesi contestate.

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