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Movida S. Teresa, consigliere chiede un protocollo d’intesa tra il Comune e la Questura

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Morcavallo: “Solo con un piano strategico di collaborazione istituzionale si potrà porre fine alla vicenda, che potrebbe avere ripercussioni anche su altri quartieri cittadini.”

 

COSENZA – “Ormai da tempo, molte persone mi segnalano un problema, di non facile risoluzione, che affligge uno dei quartieri centrali della nostra città; la commistione tra la  movida, che si crea durante il weekend nella zona antistante la chiesa di Santa Teresa, ed i molteplici residenti della zona. Gli abitanti del quartiere, infatti, lamentano il disturbo della quiete pubblica e il non rispetto delle regole, da parte di tutti coloro che, tra venerdì e sabato sera, frequentano l’ormai famoso quartiere notturno.” Così dichiara il consigliere comunale Enrico Morcavallo. “Tutto questo trambusto, – continua – certamente non giova agli imprenditori, gestori e proprietari dei locali notturni, i quali hanno investito nell’imprenditoria locale, destinando non poche risorse economiche.

Tale questione è seriamente spinosa, merita una soluzione efficiente e non drastica, che porti sia i residenti che gli imprenditori della zona a raggiungere il giusto equilibrio. Va anche sottolineato che, per moltissimi anni, la zona di Santa Teresa è stata quasi completamente abbandonata e che la nascita dei locali ha ridato vita al quartiere attirando tanti giovani, che prima frequentavano solo i locali della città di Rende; ma non solo, tutte queste attività danno anche lavoro a molte persone ragion per cui ci potrebbe essere un risvolto positivo per la precaria economia della nostra città. I residenti, d’altra parte, hanno anche ragione a lamentarsi quando c’è un eccessivo schiamazzo oppure se si verificano situazioni incresciose come risse, liti tra gli avventori della zona, o qualsivoglia atto deplorevole.

Molto spesso però, sono proprio coloro i quali frequentano i locali di Santa Teresa a non rispettare le regole del vivere civile. Allo stato bisogna sicuramente risolvere l’atavico problema attuando un protocollo d’intesa tra il Comune e la Questura, volto alla tutela dei diritti ed alla garanzia del rispetto dei doveri. Solo con un piano strategico di collaborazione istituzionale si potrà porre fine alla vicenda, che potrebbe avere ripercussioni anche su altri quartieri cittadini. Infine ricordo, anche a me stesso, che tutti noi dovremmo impegnarci nel quotidiano al rispetto delle regole, non solo di tipo normativo, ma soprattutto di tipo etico e morale, osservando, altresì, con deferenza l’ambiente ed il prossimo; poiché facciamo tutti parte della stessa comunità.”

 

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