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Incendiata la sede del Pse di via Popilia, i residenti: ‘Stavamo per morire senza sapere come’ (FOTO)

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COSENZA – Un incendio di verosimile origine dolosa si è sviluppato nella notte all’interno della sede del Pse, il Partito socialista europeo, gruppo di minoranza al Comune di Cosenza.

I locali sono stati completamente distrutti. Le fiamme hanno avvolto tutto ciò che era all’interno dei locali del circolo “Placido Rizzotto” in via Nicola Zupo, al primo lotto di via Popilia, di cui è responsabile Enzo Paolini. Al termine della riunione in cui si è discusso della posizione da assumere nel prossimo consiglio comunale dedicato ai lavori in piazza Bilotti, gli attivisti del Pse avrebbero lasciato la sede per poi essere allertati dopo circa mezz’ora, intorno la mezzanotte, dell’incendio divampato al suo interno. La dinamica resta ancora al vaglio degli inquirenti. Non è ancora stato stabilito se i malviventi si siano introdotti nella sede versando del liquido infiammabile per poi appiccare il fuoco o se le fiamme siano state causate dalla deflagrazione di un ordigno. A destare dubbi è la saracinesca divelta che potrebbe essere stata forzata da ignoti per introdursi nei locali o esplosa a seguito dello scoppio di una bomba. I pompieri, intervenuti con tre mezzi e dodici uomini parlano di un forte odore di benzina nello stabile. Sul caso indaga la Questura di Cosenza. I residenti pare non abbiano avvertito alcun boato riconducibile alla deflagrazione di materiale esplosivo. Anzi. C’è chi afferma di non essersi reso conto di quanto stesse accadendo.

 

‘Non abbiamo sentito niente, – afferma una signora che vive nello stabile attiguo al circolo – ci hanno citofonato e abbiamo visto una grande nuvola nera. Abbiamo capito da dove venivano le fiamme ed eravamo in ansia perchè lì vicino ci sono le bombole del gas’. ‘Eravamo morti senza sapere come – dichiara un’altra donna del quartiere – non ci siamo accorti di nulla finchè non sono arrivati i pompieri’. ‘Ho sentito un botto, – dice il ragazzo che vive proprio di fronte la sede del PSE – ma poi mi sono riaddormentato. Non sembrava nulla di grave, non ha fatto molto rumore’. ‘Si è aperta una stagione stragista in questa città, – afferma Cipparrone del PSE – solo la scorsa settimana la famiglia di Mazzuca (PSE) ha subito una pesante intimidazione ricondotta poi a fatti personali. Ci hanno accerchiato, ci stanno tenendo sotto scacco. Così hanno colpito anche i cittadini perchè qui 60 bambini venivano a fare doposcuola gratuitamente. Si tratta di un attentato politico, non è un gesto personale, ma un’azione di destabilizzazione. La nostra azione politica che contesta la  malagestione della sanità e scandali nelle opere pubbliche desta preoccupazione. La matrice non può che essere politica, ma non possiamo puntare il dito, per ora, contro nessuno’.

 

‘Siamo passati dalle minacce telefoniche, al furto auto, – afferma il cosigliere comunale del PSE Roberto Sacco – agli attacchi a figli e mogli. Io propongo di rassegnare le dimissioni in blocco e consiglio a chi dovesse subentrare di rifiutare l’incarico. Sono troppe le intimidazioni che stiamo subendo. E tutte archiviate. Non c’è un mandante, non c’è un esecutore. Il messaggio è sempre uguale dicono che ‘dobbiamo farci i fatti nostri, altimenti anche per noi suoneranno le campane a morto’. Siamo facile bersaglio, non siamo tutelati, così facendo stiamo favorendo la criminalità’. Sono sei i componenti del PSE in consiglio, su undici consiglieri di minoranza. Tra loro in segno di solidarietà anche Damiano Covelli del PD. ‘Non è un gesto di circostanza, – dichiara Covelli – anch’io sono stato vittima di intimidazioni. Mi hanno incendiato la macchina qualche anno fa sotto casa durante la notte. Si tratta di metodi usati per mettere a tacere le voci libere della città, vogliono metterci il bavaglio. Non sono d’accordo con il rassegnare le dimissioni, non è questa la risposta, bisogna continuare a lottare senza fare passi indietro’.

 

Enzo Paolini leader del PSE bruzio guardando la sede del partito sventrata dalle fiamme non ha dubbi. ‘E’ un chiaro ed evidente atto intimidatorio – tuona – fatto per impedire di affrontare determinati temi e suggerire di non parlare troppo. A chi ricondurre la responsabilità non ho elementi per dirlo. I fatti seguono alle minacce ai danni della moglie del collega Mazzuca, la scorsa settimana. Vogliano che ci ritiriamo in buon ordine. Se l’obiettivo dell’intimidazione ero io potevano venire da me, non ho la scorta e non viaggio armato’. Quello che resta è una poltiglia di cenere, tra cui i libri ed i pc, usati per fare studiare i bimbi delle famiglie disagiate. Questa mattina, il gruppo consiliare del Pse sarà a colloquio con il procuratore Granieri, sull’accaduto e subito dopo, si terra’ una conferenza stampa nell’atrio del Tribunale.

 

LE DICHIARAZIONI DEL SINDACO MARIO OCCHIUTO

“La città di Cosenza non si assoggetterà mai ad atti piccoli o grandi di barbarie né tantomeno a quelle azioni di criminalità che mirano a lederne le radici di convivenza civile. Nel caso fosse appurata la matrice dolosa dell’incendio – aggiunge il primo cittadino – mi auguro che gli inquirenti risalgano presto ai responsabili. Si tratta di gesti gravissimi e vili che condanniamo nel modo più deciso esprimendo al contempo la più sentita solidarietà a tutti gli esponenti e militanti del Partito del socialismo europeo, a iniziare dai suoi rappresentanti in Consiglio comunale. E’ anche superfluo sottolineare che di fronte a chi crede di imporre la legge della prepotenza non esistono divisioni fra avversari politici. Da parte mia e della Giunta, la massima vicinanza agli esponenti del PSE cittadino”.

 

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