CROSIA (CS) – Un libro fotografico per contribuire alla ricerca delle radici, delle tradizioni, della memoria e dell’identità crosiota.
Con questi obiettivi l’associazione S@cial, in partnership con l’Amministrazione Comunale – Assessorato alla Cultura, ha promosso la presentazione del progetto “Mirto. Scatti nella memoria. Identità, tradizioni e storia sociale attraverso la fotografia”. Una rassegna di immagini dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta, con qualche eccezionale reperto precedente agli anni Quaranta, interamente dedicato alla cittadina e alla sua storia. L’evento di presentazione, che sarà un ulteriore momento di raccolta da parte di quanti in possesso di foto antiche vorranno contribuire al progetto, si terrà oggi dalle 17:30 alle 19.00 presso la sede della Delegazione Municipale di Mirto-Crosia. Questo progetto – dichiara l’Assessore alla Cultura Graziella Guido – si inserisce in quel solco di promozione e valorizzazione dell’identità che questa cittadina ancora non avverte in maniera intensa. L’associazione provvederà alla scannerizzazione del materiale fotografico e alla raccolta delle relative informazioni, con l’impegno di citare gli autori o le persone rappresentate.
Quella identità che affonda le radici nel passato e che deve essere la linea guida nella costruzione del presente. Ritengo che sia un esperimento di grande interesse per la nostra storia locale. Siamo consapevoli di poter contribuire – conclude Guido – seppur in un momento particolarmente complesso come quello che stiamo vivendo, alla ricostruzione di un’identità comune, anche attraverso le vicende relative al recente passato. Un viaggio nei ricordi privati e pubblici per definire le diverse tappe dell’evoluzione della comunità. Il progetto nasce da un’idea di Bruno Alvaro membro dell’Associazione S@cial, presieduta da Pierpaolo Cetera, con la mission di comprendere e valorizzare i fenomeni socio-culturali ed economici che hanno consentito lo sviluppo della marina di Mirto, della sua vocazione economica e turistica e della sua interazione con le comunità vicine che hanno contribuito, attraverso l’emigrazione interna, alla formazione della eterogenea “società mirtese”.
