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La farmacia di Sant’Ippolito trasformata in un market del doping, emesse tre condanne

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Hanno patteggiato le tre persone coinvolte nell’inchiesta che ha riguardato la farmacia Verre di Sant’Ippolito finita nel mirino dei carabinieri del NAS nel giugno scorso, per un presunto spaccio di sostanze dopanti.

 

COSENZA – L’accusa è di commercializzazione illecita di farmaci dopanti e truffa ai danni del Servizio Sanitario Nazionale per 700mila euro. I militari del Nas eseguirono lo scorso mese di giugno un blitz nella farmacia Verre di Sant’Ippolito arrestando due persone: Antonio Verre di 63 anni (farmacista) e Aldo Tarditi di 67 anni (dirigente di una società sportiva amatoriale di ciclismo) finito ai arresti domiciliari. L’accusa era di aver messo in commercio, attraverso canali illeciti, farmaci dopanti destinati ai ciclisti dell’associazione.

Dopo aver patteggiato il farmacista sconterà tre anni, due mesi e dieci giorni per truffa, falso e commercio illegale di farmaci, perchè ha trasformato in pratica la sua farmacia in un supermercato di sostanze dopanti, in cui gli anabolizzanti prescritti con ricette false a beneficio di persone inesistenti, venivano poi distribuiti in nero, ai corridori che dovevano correre più veloce.

Tarditi invece ha patteggiato un anno e sei mesi mentre Renato De Paola, uno dei ciclisti che faceva uso delle sostanze, ad 11 mesi di condanna. Un business secondo la Procura, che avrebbe dato la possibilità a Verre di guadagnare un sacco di soldi, quasi un milione di euro in cinque anni. In primis per le indennità che arrivavano dal servizio sanitario nazionale e poi perchè lui rivendeva i farmaci a prezzi certamente più alti. Aspetto che Verre però ha negato, spiegando che il suo guadagno era stato di molto inferiore.

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