LIVORNO – A distanza di poco più di 3 mesi dalla parziale conclusione dell’attività investigativa, alle prime ore di questa mattina i carabinieri di Livorno lo hanno tratto in arresto, su ordine di custodia cautelare emesso dal Gip. ‘Potrebbe colpire ancora’. 20 anni fa considerato vicino ai Piromalli
E’ stato arrestato stamani dai carabinieri di Livorno per usura, Michelangelo ‘Mike’ Fedele, 69 anni di Rizziconi (Reggio Calabria) al quale nel novembre 2014, al termine dell’operazione ‘Mike Real estate’, furono sequestrati beni per oltre 4 milioni di euro e gli fu applicata la misura di divieto di dimora nella provincia di Livorno. Il provvedimento di arresto e’ stato eseguito dai militari su ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip, per il pericolo concreto che l’uomo possa reiterare il reato ed avvicinare le vittime dell’usura. La trappola usuraia messa in piedi da Fedele, era nascosta dentro al contratto preliminare di vendita dell’immobile che chi era in difficoltà economiche offriva, o veniva indotto ad offrire, a garanzia del patto stipulato con Fedele, da dieci al centro delle indagini di diverse Procure. Era all’interno di questo accordo che si sarebbe celato il trucco – almeno agli occhi della giustizia – del patto criminale che l’imprenditore di origini calabresi stringeva con le sue vittime fino a strangolarle economicamente nel momento in cui l’accordo non veniva rispettato.
La misura è, aggravata anche dal divieto di comunicare con persone diverse dai familiari conviventi. Fedele, secondo indagini di carabinieri e guardia di finanza, avrebbe prestato denaro a tassi usurai (solitamente pari al 100%) attraverso un meccanismo apparentemente lecito: i prestiti erano infatti dissimulati con preliminari di vendita di uno o più immobili di proprietà di chi aveva richiesto il denaro, facendo figurare la somma prestata come caparra e prevedendo la restituzione del doppio della caparra, oppure inserendo una penale come clausola dell’eventuale recesso. Nella maggior parte dei casi accertati dai militari, le vittime, non riuscendo a restituire il prestito entro i termini, finivano con il perdere la proprietà della loro abitazione che veniva così acquisita illecitamente da Fedele nel proprio patrimonio. Già negli anni ’90 ‘Mike’ Fedele, considerato almeno all’epoca vicino al clan calabrese dei Piromalli, fu coinvolto in un’inchiesta della Dda di Firenze per un vasto giro di usura nel Livornese promosso da un’organizzazione di cui era punto di riferimento e che era collegata alla ‘ndrangheta. Nel 1983 Fedele fu mandato in soggiorno obbligato a Donoratico (Livorno), dove diventò residente.
