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“Ricatti sessuali sulla rete”, l’avv. Chiara Penna al Congresso nazionale di Criminologia (AUDIO)

congresso criminologia

Si è chiuso a Siena sabato scorso il XXXI Congresso nazionale della Società italiana di Criminologia incentrato quest’anno su un tema molto attuale “Dalla parte delle vittime. La ricerca criminologica tra ambiente e territorio, individui e collettività”.

COSENZA – Sono state numerose le tematiche sulle quali hanno argomentato gli studiosi e criminologi di tutta Italia, nel corso del XXXI Congresso nazionale della Società italiana di Criminologia ospitato a Siena ma una particolare attenzione è stata rivolta alle nuove sfide da affrontare nella psicopatologia forense in riferimento alle nuove forme di vittimizzazione generate dalla realtà virtuale e dalla tecnologia.

Proprio su questo argomento sono stati presentati due lavori, dalla penalista cosentina Chiara Penna e dalla nota criminologa Flaminia Bolzan che, affrontando la complessità di un caso di ricatti sessuali realmente avvenuti attraverso la rete, hanno posto l’attenzione sul come l’iperstimolazione che la tecnologia e la rete garantiscono agli individui diventino il veicolo per colmare i vuoti che il mondo attuale produce, generando così effetti a volte disastrosi.

Chiara Penna, criminologa e penalista è intervenuta ai microfoni di Rlb Radioattiva per illustrare i dettagli del suo intervento ma soprattutto per mettere in guardia tutti, grandi e non, dai potenziali pericoli della rete.

ASCOLTA L’INTERVISTA

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L’avv. Chiara Penna

Di alto spessore scientifico gli interventi dei professori calabresi Francesco Bruno, Simonetta Costanzo e dell’avvocato Alfredo Bruno che, affrontando il tema della rieducazione del reo, hanno messo in evidenza la stretta connessione tra pedagogia e criminologia, confermando il ruolo rieducativo che avrebbero, se correttamente utilizzate, sul comportamento dell’uomo individuato come criminale.

«La contemporaneità – spiega Anna Coluccia, ordinario di criminologia dell’Università di Siena e presidente del Congresso – si qualifica proprio per la molteplicità dei fenomeni e degli attori; si passa, sempre schematizzando, da fenomeni che interessano molecolarmente il tessuto sociale, sovente rimanendovi sommersi (molteplici tipi di micro-vittimizzazione, stalking, mobbing, lo stesso bullismo, per non parlare della violenza domestica), incluse forme di criptovittimizzazione in senso proprio (per esempio vittimizzazione indiretta: deprivazione di diritti e opportunità, truffe e raggiri ai danni del consumatore, del risparmiatore, ecc.); a fenomeni estremamente caratterizzati, come la vittimizzazione di massa, con riferimento alla crescente esposizione di individui e intere comunità a fatti violenti anche gravi. Si pensi, per esempio, alla violenza di tipo terroristico o alla contaminazione/inquinamento di territori anche vasti da parte di soggetti criminali ma pure di attori sociali inseriti a pieno titolo nel tessuto economico legale (gli esempi producibili, su ciascuno di questi fronti, sono evidentemente numerosi e circostanziati, anche volendosi limitare al contesto nazionale)».

La ‘tre giorni’ dedicata alla criminologia è stata incentrata anche su delitti ambientali, immigrazione, detenuti islamici e radicalizzazione, foreign fighters, tecnologie digitali e nuovi crimini, nuovi ambiti della psicopatologia forense, quali macro-temi di approfondimento, in un quadro sociale globale che, più che processi di cambiamento presenta mutazioni, cioè rapide trasformazioni, talvolta strutturali. La professoressa Anna Coluccia, ordinaria di criminologia dell’Università di Siena, ha parlato del congresso come un appuntamento “dedicato alle mutazioni cui va incontro la figura della vittima”, anche alla luce di un contesto nel quale vi è la centralità delle tecnologie informatiche e telematiche, dell’immateriale e del post-fisico.

“La contemporaneità – evidenzia Coluccia – si qualifica proprio per la molteplicità dei fenomeni e degli attori; si passa, sempre schematizzando, da fenomeni che interessano molecolarmente il tessuto sociale, sovente rimanendovi sommersi (molteplici tipi di micro-vittimizzazione, stalking, mobbing, lo stesso bullismo, per non parlare della violenza domestica), incluse forme di criptovittimizzazione in senso proprio (per esempio vittimizzazione indiretta: deprivazione di diritti e opportunità, truffe e raggiri ai danni del consumatore, del risparmiatore, ecc.); a fenomeni estremamente caratterizzati, come la vittimizzazione di massa, con riferimento alla crescente esposizione di individui e intere comunità a fatti violenti anche gravi. Si pensi, per esempio, alla violenza di tipo terroristico o alla contaminazione/inquinamento di territori anche vasti da parte di soggetti criminali ma pure di attori sociali inseriti a pieno titolo nel tessuto economico legale (gli esempi producibili, su ciascuno di questi fronti, sono evidentemente numerosi e circostanziati, anche volendosi limitare al contesto nazionale)”.

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