Site icon quicosenza

LA LETTERA – Call center, il paradosso del riposo “forzato” durante le festività

call center

Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta nella quale si affronta la ‘spinosa’ questione del riposo forzato durante le festività nei call center. Un vero e proprio paradosso 

 

COSENZA – “C’è una clausola, o com’è definita, una “nota a verbale”, all’art. 28 del CCNL Telecomunicazione che cita testualmente: “Le aziende che applicano il presente contratto presteranno attenzione al tema dello spostamento del riposo settimanale in coincidenza delle festività”. L’argomento è caldo per i lavoratori dei call center, che spesso scelgono di lavorare nelle festività, rinunciando alla compagnia degli affetti e della famiglia, pur di racimolare qualche euro in più dovuto alla maggiorazione che le aziende sono tenute a corrispondere proprio nei giorni festivi lavorati”.

“Quella nota, però, consente al datore di lavoro, per mano dei fedeli supervisori di sala, di spostare il giorno di riposo settimanale del lavoratore in coincidenza della festività, cosicché non solo viene obbligato a stare a casa, ma non gli verrà concessa neanche la festività infrasettimanale. In alcune aziende, la misura assume addirittura le sembianze della equità: si fanno file excel con la lista dei dipendenti e il numero di festivi già lavorati da ciascuno, dopo i tre, scatta il riposo forzato.

Ma ciò che è prassi in tante aziende di call center, è davvero supportato dalla legge?

Quella clausola, cosa garantisce? E’ talmente vaga da poter essere interpretata a vantaggio dell’una o l’altra parte senza distinzioni. Cosa vuol dire “presteranno attenzione al tema”? Intanto, il contratto riconosce l’esistenza di un “tema”, e quindi un oggetto di discussione che evidentemente attendeva di essere regolato. Ma, trattandosi del settore privato, l’approssimazione contrattuale, e i comportamenti al limite dell’abuso che ne derivano da parte delle aziende, passano spesso inosservati agli occhi e alle orecchie dell’opinione pubblica, perché in fondo si tratta di lavoratori sfruttati per antonomasia, castrati delle loro attitudini, piegati alla routine di un lavoro avvilente.

“Ve l’immaginate una situazione analoga nel pubblico che titoloni farebbe uscire? “Scuola: il recupero del festivo. Stai a casa a Natale? Lavori un giorno in più in settimana”. Me l’immagino la rivolta degli insegnanti. Gli operatori di call center, invece non si ribellano, perché da anni sono addestrati a dire grazie per aver trovato un contratto stabile, a dire grazie per non dover raccogliere arance sotto il sole, a dire grazie per l’ambiente informale in cui possono lavorare, senza il peso di una vera responsabilità, se non il numero di chiamate gestite o il tempo di una conversazione. E allora grazie fantastico mondo dei call center, anche quest’anno a Natale, ai tuoi dipendenti, porterai tanta noia di vivere“.

Exit mobile version