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Arresto latitante: tentò di investire un carabiniere ad un posto di blocco, ma a morire fu l’amico in auto

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CORIGLIANO CALABRO – Un arresto e un’ordinanza di custodia cautelare in carcere sono state notificate ad un disoccupato 29enne. 

I carabinieri hanno arrestato Antonjo Gega, originario di Scutari in Albani. Il giovane, residente a Corigliano Calabro è accusato dei reati di: resistenza a pubblico ufficiale, ricettazione, omissione di soccorso, omicidio colposo e tentato omicidio di un militare dell’arma dei carabinieri. E’ stato rintracciato dai militari in via Fontanelle, dove, nella serata del 21 Gennaio scorso, alla guida di una Peugeot non si era fermato all’alt intimato dai carabinieri. Per sfuggire alle forze dell’ordine aveva tentato di investire il capo servizio al posto di blocco, dandosi quindi ad una precipitosa fuga e costrigendo i militari ad un inseguimento lungo il centro abitato prima e poi lungo una strada dissestata. Antonjo Gega, procedendo a velocità molto elevata, ha perso il controllo dell’auto uscendo dalla sede stradale ed ha impattato contro la sponda di un canale, precipidandovi all’interno successivamente.

 

A seguito dell’incidente il fuggitivo, si dileguava facendo perdere le sue tracce, mentre il passeggero che si trovava in macchina con lui, Artene Lucian Lostel, perse la vita subito dopo la collisione. In seguito sono state esperite dai militari sul veicolo, le normali attività di sopralluogo, al cui interno veniva rinvenuto un fucile da caccia, frutto di un furto ai danni di un cittadino di Amantea, effettuato alcuni mesi prima e, anche alcune matasse di rame provenienti da furto a scapito dell’Enel, perpetrato poche ore prima dell’incidente. Lo stesso Gega, resosi irrepeperibile sin dai momenti successivi alla fuga, è stato tratto in arresto nella giornata di ieri dopo una perdurante ed assidua attività di ricerca. Durante l’arresto, a seguito della perquisizione personale e veicolare, i militari hanno rinvenuto all’interno dell’abitacolo un coltello da macellaio lungo 50 centimetri e una ricetrasmittente attiva, che lo stesso Gega utilizzava per i contatti con i suoi fiancheggiatori. Disposto l’arresto, il cittadino albanese, veniva prontamente tradotto presso la casa circondariale di Castrovillari. 

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