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Forze dell’ordine colluse con i clan cosentini, quattro persone alla sbarra

questura cosenza 7

Tra loro l’ex ispettore di polizia accusato di ‘barattare’ anticipazioni su arresti e perquisizioni in cambio di ‘favori’ 

 

COSENZA – Tutti a processo. Questo quanto deciso ieri dal gip distrettuale di Catanzaro sulle presunte talpe tra le forze dell’ordine cosentine. Quattro le persone accusate di concorso esterno in associazione mafiosa. Si tratta del sessantunenne originario di Lamezia Terme, Vincenzo Ciciarello, ex ispettore della Polizia di Stato, l’imprenditore cosentino cinquantenne Enrico Francesco Costabile, l’ex carabiniere messinese all’epoca dei fatti in forze nella stazione di Cosenza Nord Antonino Perticari di 57 anni e Fabrizio Bertelli 46enne dipendente civile dell’ufficio verbali della Polizia Stradale di Cosenza. Quest’ultimo, accusato di aver informato in tempo reale i boss sui posti di blocco e di aver evitato il sequestro dell’auto ad Adolfo Foggetti, ha scelto di essere giudicato con rito abbreviato mentre gli altri saranno processati con rito ordinario che avrà inizio il prossimo 30 gennaio a Cosenza. Nell’aprile del 2016 a finire agli arresti domiciliari furono Ciciarello e Costabile, poi scarcerati dopo pochi mesi.

 

INFORMAZIONI IN CAMBIO DI FAVORI

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Costabile, secondo gli inquirenti, fungeva da tramite tra gli operatori ‘infedeli’ delle forze dell’ordine e il clan Rango – Zingari. L’imprenditore, titolare di un autosalone a Roma è noto in città per essere stato coinvolto nell’operazione Coccodrillo che lo portò ad incassare una condanna per truffa e al sequestro di sei magazzini per aver ‘taroccato’ migliaia di capi d’abbigliamento. Grazie alle rivelazioni degli imputati il clan Rango – Abbruzzese sarebbe stato in grado di avere anticipazioni su arresti (Antonio Abbruzzese, Ettore Sottile e Franco Bevilacqua si resero irreperibili durante un’operazione alla fine del 2014), perquisizioni e sul posizionamento di microspie. A confermare il quadro ricostruito dagli investigatori sarebbero state le dichiarazioni di quattro collaboratori di giustizia che parteciparono al ‘baratto’ di informazioni con ‘favori’. Tra le cortesie ricevute da Ciciarello si ipotizza vi siano: entrate gratis in discoteca, pezzi di ricambio e un’auto ricevuta in dono con il prelievo di 15mila euro dalla bacinella, la cassa comune delle cosche bruzie.

 

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