COSENZA – Per la prima volta a Cosenza, domani, si terrà una manifestazione pubblica delle cosiddette “Sentinelle in piedi”, una sigla che, a livello nazionale, si presenta come “gruppo di cittadini che vigila sulla libertà di espressione e per la tutela della famiglia naturale fondata sull’unione tra uomo e donna”.
Sentinelle in Piedi è un movimento composto da persone che ‘vegliano‘ su quanto accade nella società denunciando ogni occasione in cui si cerca di distruggere l’uomo e la civiltà. Le Sentinelle vegliano nelle piazze con l’obiettivo di sollevare l’attenzione sulla tutela della famiglia naturale fondata sull’unione tra uomo e donna. Si definiscono una una rete apartitica e aconfessionale perché “la libertà d’espressione non ha religione o appartenenza politica”. E’ un movimento, non è un’associazione, bensì un metodo, uno stile, una forma di testimonianza. L’iniziativa, che è stata proposta in diverse piazze italiane, prevede un raduno con persone che, in rigoroso silenzio, a due metri di distanza l’uno dall’altro, leggono un libro in segno della formazione permanente, di fronte ai ‘luoghi di potere’ attraverso una presenza numerosa e silenziosa per ribadire che non è possibile zittire le coscienze.
In Italia le Sentinelle in Piedi “sono nate in difesa della libertà di espressione messa in discussione dal ddl Scalfarotto, già approvato dalla Camera e ora al Senato. Le sentinelle non accettano categorie fuorvianti come “gay” o “eterosessuali”, perché sanno che servono solo a far dimenticare il valore infinito di ogni persona. Per questo le sentinelle sanno di vegliare anche per amore all’umanità di chi le contesta”.
E proprio questo movimento sarà in piazza domani, alle ore 19, per un’iniziativa silenziosa alla quale però si oppone il Coordinamento Cosenza città dei diritti che ha diramato una nota, nella quale si annuncia una sorta di contro-manifestazione alle ore 18, in Piazza XI Settembre (scalinata Palazzo degli Uffici) per dire a questi gruppi “che la loro presenza a Cosenza non è gradita”.
“Questi gruppi – si legge in una nota del Coordinamento Cosenza città dei diritti – che riuniscono integralisti, gruppi reazionari e di estrema destra – si oppongono all’estensione a tutti e a tutte di alcuni diritti (il diritto alla libera espressione del proprio orientamento sessuale e affettivo e della propria identità di genere, e il diritto ad un riconoscimento giuridico delle propria unione e il diritto alla genitorialità) invocando principi religiosi e il concetto tradizionale e “naturale” di famiglia. Parlano di una fantomatica “teoria del gender”, che esiste solo come invenzione polemica con l’intento di etichettare, deformare e delegittimare quanto prodotto nel campo degli studi di genere. Dietro il loro presunto silenzio, questi gruppi nascondono una violenza simbolica: difendere e diffondere retoriche omofobe e discriminatorie. Cosenza non ci sta. La città dei diritti che vogliamo reclama il rispetto della dignità e della libertà di tutti i cittadini e di tutte le cittadine, in uno Stato pienamente laico, che già prevede il riconoscimento della pari dignità sociale e la possibilità di godere della pienezza dei diritti civili e sociali da parte di tutti e tutte come imperativo costituzionale”. Il Coordinamento Cosenza città dei Diritti ribadisce: “Vogliamo una città che accolga, non escluda. L’omotransfobia è istigazione all’odio, non libertà di espressione; è negazione di quella solidarietà di cui pure questi gruppi si dicono portatori”.
