Il Tar Calabria chiede alla Procura della Corte dei Conti di accertare la responsabilità del danno erariale
COSENZA – “Decreti ingiuntivi per circa tre milioni di euro (2.937.723,69 oltre spese legali e interessi) contro il Comune di Cosenza. Cifre che potrebbero ora diventare il fattore scatenante per arrivare al dissesto finanziario di Palazzo dei Bruzi che continua ad accumulare mancati pagamenti e debiti dovuti a una gestione sicuramente discutibile e creativa delle finanze comunali. Un debito certo e non pagato di circa 845mila euro e un altro da oltre due milioni di euro inducono a sospettare che il dissesto sia dietro l’angolo. Non dimentichiamoci infatti che il Comune di Cosenza è stato già interessato dall’iter del pre-dissesto. Secondo il report della distribuzione geografica sul territorio nazionale delle amministrazioni dissestate realizzata da Ifel, l’Istituto per la Finanza locale dell’Anci, e pubblicata da Repubblica.it, emerge che tra i principali Comuni in crisi finanziaria spunta la città di Cosenza.” E’ quanto si legge in una nota del consigliere comunale Carlo Guccione. “Ma – continua – veniamo ai dettagli. Sul Comune pesa innanzitutto una sentenza del Tar che gli ordina di dare integrale esecuzione al decreto ingiuntivo mediante la corresponsione della somma liquidata, oltre agli interessi maturati e spese ed onorari del giudizio. Fu la società che aveva acquisito l’appalto per il servizio di trattamento e smaltimento dei rifiuti solidi urbani a chiedere nel 2013 il debito vantato nei confronti del Comune pari a 541.330,59 euro e che nel corso di questi anni ha maturato interessi di 299.911,28 per un totale di 844.363,88. Per la gravità del comportamento del Comune di Cosenza, nella sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale della Calabria, il collegio dei giudici ha ritenuto sussistenti elementi per segnalare i fatti alla Procura presso la Corte dei Conti ai fini dell’eventuale accertamento di responsabilità erariale.
Ricordiamo che se l’Ente non può garantire l’assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili o se ai debiti dovuti non si può far fronte con mutui o entrate proprie, allora scatta il dissesto, come indica il Testo unico degli enti Locali (Tuel). E l’attenzione ritorna all’escamotage di ripiano finanziario utilizzando la vendita degli immobili comunali per circa dodici milioni euro a fronte di un incasso rilevato di soli 50mila euro. La finanza creativa di Occhiuto rischia di gettare la città nel baratro. Non bastano più feste e festini, i veri problemi, come la mancanza di acqua potabile, il mancato pagamento dei servizi essenziali, rischiano di peggiorare la qualità della vita dei cittadini. Si dica qual è il contenzioso che il Comune di Cosenza ha in essere per simili situazioni e in quanti casi è risultato soccombente di fronte alla giustizia amministrativa. Va fatto subito chiarezza sulle altre vicende analoghe che ancora non sono emerse agli occhi dell’opinione pubblica e va impressa una svolta per impedire il dissesto finanziario della città di Cosenza. Sarà la Procura della Corte dei Conti a valutare la sussistenza del danno erariale così come voluto dai giudici del Tar Calabria.”
