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Tentato omicidio Bevilacqua, reati prescritti per quattro imputati

Procura Catanzaro

Un processo lungo 16 anni. L’accusa era di false informazioni al pm e estorsione aggravata, reato che prevede l’immediato carcere e una prescrizione di 20 anni

 

COSENZA – Sentenza per intervenuta prescrizione nei confronti di Antonio Marotta, alias “Capiceddra” e Vincenzo Bevilacqua, vittima e imputato (fu ferito a colpi di pistola), entrambi ritenuti gli autori di una estorsione aggravata ai danni di un ragazzo di Cosenza; Elio Stancati e Francesco Meduri, accusati del reato di false informazioni al pubblico ministero. Si è concluso il secondo grado in Corte d’Assise d’Appello a Catanzaro. Il procuratore generale aveva chiesto la conferma delle condanne in primo grado. La Corte presieduta dal giudice Saullo ha accolto le argomentazioni della difesa (l’avvocato Antonella Rizzuto legale di Vincenzo Bevilacqua e Elio Stancati; l’avvocato Matteo Cristiani legale di Antonio Marotta (Capiceddra); l’avvocato Marcello Manna  legale di Francesco Meduri), facendo cadere l’aggravante contestata e riqualificando il reato in estorsione semplice perché non c’era nessuna prova a carico degli imputati, di come fosse avvenuto il cavallo di ritorno e di conseguenza che Marotta e Bevilacqua l’avessero compiuta insieme. Per tutti, quindi, sia per il reato di falsa informazione al pubblico ministero che per l’estorsione aggravata, è scattata la prescrizione.

 

I fatti

Nel 2002 a Cosenza in via Popilia  ci fu  una sparatoria in cui rimase ferito gravemente Vincenzo Bevilacqua. Fu subito soccorso dalle persone del quartiere tra cui Elio Stancati. Durante la notte, in caserma vennero sentite diverse persone  e il pubblico ministero di allora, Curreli, decise di installare le microspie  per capire il perché della sparatoria. Successivamente ai fatti, vari collaboratori di giustizia raccontarono del tentato omicidio (anche durante il processo Tela del Ragno), tra cui Oreste De Napoli, Domenico Scrugli e Carmine Cristini. In pratica tutti quanti, per sentito dire, riferirono sul movente del tentato omicidio. Secondo i pentiti “Vincenzo Bevilacqua insieme ad Antonio Marotta “Capiceddra”, rubarono un motorino  per attuare il così detto “cavallo di ritorno” ossia una estorsione aggravata. Il proprietario di questo motorino  avrebbe avuto collegamenti con Giovanni Abbruzzese il quale, sempre secondo le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, mandò a chiamare i due zingari che avevano commesso il furto, ordinando di restituire il motorino e di tenersi i soldi che avevano trovato all’interno. Ma i due zingari bypassarono l’ordine, non restituirono la due ruote al proprietario e arrivò la così detta “negativa”. La sera stessa, mentre Vincenzo Bevilacqua si trovava per strada, su via Popilia, vicino ad una cabina telefonica, venne raggiunto da più colpi di pistola sparati da due uomini a bordo di una moto”. In primo grado furono condannati per tentato omicidio Giovanni Abbruzzese, Antonio Bruzzese (oggi collaboratore di giustizia) e Carlo Lamanna ritenuti elementi di spicco della cosca “Bruni – Zingari”.

 

Si aprì poi, un nuovo fascicolo riguardante le accuse di false informazioni al pubblico ministero contestate a Elio Stancati e Francesco Meduri i quali, secondo Curreli, erano a conoscenza dei fatti che non riferirono quella notte in caserma, e lo stesso Vincenzo Bevilacqua, che fu sparato. Quest’ultimo fu accusato anche di furto ed estorsione aggravata. Il primo grado si concluse  nel 2013 quando il Tribunale di Cosenza, in composizione collegiale, condannò a sei mesi Elio Stancati e Francesco Meduri per il reato di false informazioni al pubblico ministero, mentre Vincenzo Bevilacqua fu assolto dalle false informazioni ma condannato insieme ad Antonio Marotta “Capiceddra” per estorsione aggravata. In primo grado venne dichiarato estinto per intervenuta prescrizione il reato di furto aggravato, rimanendo in piedi solo l’accusa di estorsione aggravata, un delitto grave che prevede una prescrizione di 20 anni e un ingresso obbligatorio in carcere (reato ostativo), oggi dichiarato prescritto.

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