Per l’ex consigliere regionale Domenico Barile c’è da attendere. La decisione è stata rinviata di qualche settimana per questioni di natura procedurali
COSENZA – Rinviata a fine marzo l’udienza preliminare per Domenico Barile, accusato di bancarotta fraudolenta, per questioni di natura procedurali. Il gup Branda ha così disposto all’esito della camera di consiglio tenutasi nella mattinata odierna. Per l’ex consigliere regionale, difeso dagli avvocati Roberto Le Pera, Francesco Gelsomino, Giuseppina Carricato, c’è ancora da attendere. Insieme a lui sono stati implicati nella vicenda anche Ercole Barile e Giovanni Battista Guzzo ex amministratori di diritto della Nord Hotel e Gianfranco Tenuta, amministratore nominato il 29 marzo 2014 fino alla data di dichiarazione del fallimento nel maggio 2015 della società liquidatrice omonima. In concorso e nelle loro rispettive qualità avrebbero agito allo scopo di recare pregiudizio ai creditori distraendo i beni della società. Per Ercole Barile il giudice Branda ha deciso per il rinvio a giudizio, mentre per Giovanni battista Guzzo e Gianfranco Tenuta il non luogo a procedere per non aver commesso il fatto.
In particolare il gip ha accolto la tesi avanzata dai suoi legali in relazione alla società Tincson con sede a Barcellona. Come sostenuto dal collegio difensivo, infatti, anche secondo il gip Barile è stato revocato dalla carica di amministratore unico della società spagnola nel gennaio del 2012, un dato che smentisce quanto invece sostenuto nell’ordinanza di custodia cautelare del 25 settembre. Nel provvedimento con cui Barile era stato posto ai domiciliari, infatti, si sosteneva che l’ex presidente di Field fosse ancora, al momento dell’arresto, amministratore unico della Tincson e ciò avrebbe presupposto il pericolo di reiterazione del reato. Secondo il gip, ad ogni modo, il provvedimento di revoca dei domiciliari lascia «inalterato» il quadro indiziario «tenuto conto che l’indagato si è avvalso della facoltà di non rispondere».
