L’accusa è di atti persecutori aggravati. Gli uomini della Polizia di Stato della Squadra Volante U.P.G.S.P. nella serata di ieri, hanno arrestato C.D. di 40 anni.
COSENZA – La Sala Operativa della Questura di Cosenza ieri sera, dopo aver ricevuto una segnalazione al 113, ha inviato alcuni equipaggi della Squadra Volante in una zona della città dove era in corso una violenta lite in famiglia. Giunti sul posto, individuato il palazzo, il personale della Polizia ha trovato il quarantenne mentre prendeva a calci e pugni il portone d’ingresso, proferendo anche frasi di minacciose ed ingiuriose verso l’appartamento dove l’ex moglie, vive con i due figli. Proprio la segnalazione al 113 ed il tempestivo intervento hanno evitato che l’uomo sfondasse il portone. Fermato dagli agenti, è stato invitato a desistere dalla sua condotta violenta ed è stato portato in Questura per gli adempimenti del caso.
Dalle ulteriori verifiche è stato accertato che a carico di C.D. era già pendente un divieto di avvicinamento alla ex moglie, emesso dal Gip del Tribunale di Cosenza, e notificato in sostituzione della misura cautelare degli arresti domiciliari. Giunta negli uffici della Questura anche la ex moglie, la donna ha denunciato l’ex raccontando agli agenti di essere stanca e traumatizzata dalle persecuzioni alle quale era soggetta da circa un mese. Non solo momenti di ira ma anche numerose telefonate e messaggi contenenti anche minacce, per tentare di costringerla a riprendere la convivenza. L’ex moglie, è risultata ancora di più terrorizzata per i suoi figli, tutti minori, avuti con il 40enne per il quale è stato disposto l’arresto. Per fortuna l’intervento della Polizia di Stato, ha evitato la possibilità di un epilogo più tragico visto le ripetute e sistematiche brutalità subite dai familiari dell’uomo; e questo è stato reso possibile grazie alle segnalazioni di altri cittadini arrivate al 113.
“Non denunciare è molto più pericoloso”
E’ un invito questo, sul quale la Questura di Cosenza, spinge da tempo: “Quotidianamente fra le mura domestiche di molte famiglie si consumano violenze come quella descritta. Tali tragedie si prolungano anche per anni grazie al “muro del silenzio” ed all’indifferenza di chi circonda le vittime. Non denunciare soprusi ed angherie potrebbe portare a violenze ancora più gravi, e vittime inconsapevoli potrebbero essere minori che subiscono violenza psicologica, essendo segnati indelebilmente per la vita. Per tali motivi le donne e gli uomini della Polizia di Stato giornalmente sono impegnati in prima linea contro la violenza di genere, non solo in campagne informative, promosse negli istituti scolastici, nelle piazze e per le strade, (vedi il Camper della Polizia di Stato relativamente alla campagna voluta dal Dipartimento della P.S. “…. Questo non è amore”) ma anche con il personale operativo che prontamente interviene ad ogni richiesta di aiuto. Il Questore della provincia di Cosenza dr. Giancarlo Conticchio, invita le donne ed i figli che subiscono violenze di qualunque genere, non solo all’interno del nucleo familiare, a denunciare all’Autorità Giudiziaria ed alle Forze dell’Ordine i maltrattamenti subiti. Anche solo una telefonata alle Forze di Polizia, seppur fatta in forma anonima, può interrompere “il cammino” della violenza, impedendo che maltrattamenti si tramutino in reati ancora più gravi.
