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Equitalia vuole gli stipendi del sindaco di Cosenza, ma dovrà attendere

occhiuto conferenza fine anno 1

La commissione Controllo e Garanzia chiede spiegazioni, il dirigente dell’avvocatura comunale latita: “C’è stata la fiera sono impegnato”

 

COSENZA – Volevano chiarimenti, ma non sono riusciti ad ottenere alcuna spiegazione. La commissione consiliare Controllo e Garanzia si è riunita ieri pomeriggio per ascoltare il dirigente dell’avvocatura comunale Giovanni De Rose, in merito alla sentenza del Tribunale di Cosenza sui debiti contratti dal sindaco Mario Occhiuto con l’ente di riscossione Equitalia. De Rose però non si è presentato all’appuntamento. Il presidente della commissione Giovanni Cipparrone ha quindi chiuso l’incontro affermando che non intende riconvocare di nuovo il dirigente dell’avvocatura perchè “mi sono scocciato di questo atteggiamento”. Intanto il legale difensore del primo cittadino Benedetto Carratelli ha già annunciato di ricorrere in Appello contro la sentenza del Tribunale di Cosenza che chiede di versare ad Equitalia tutti gli stipendi (indennità di funzione) percepiti da Mario Occhiuto a partire dal 2014: circa trecentomila euro. Il debito totale con l’ente di riscossione pare ammonti a un milione e settecentomila euro per il mancato versamento di contributi INPS, IVA, IRPEF e sanzioni amministrative.

 

L’avvocato De Rose ha spiegato di non essere riuscito a presentarsi in commissione perché “c’è stata la fiera di San Giuseppe” ed essendo anche dirigente delle Attività Produttive e responsabile ad interim del Corpo della Polizia Municipale “ho molto lavoro arretrato”. Ribadendo di essere da soli otto mesi a capo dell’ufficio legale del Comune di Cosenza ha poi ripercorso la vicenda. “La richiesta di pignoramento che arriva con la sentenza del Tribunale di Cosenza – spiega De Rose – è avvenuta dopo quattro. All’epoca l’allora dirigente dell’ufficio legale del Comune non aveva inteso costituirsi in giudizio affermando che l’indennità del sindaco, come quella dei parlamentari, non è pignorabile. Ora il Tribunale di Cosenza dice che invece lo è in toto. Strano che nei confronti di un altro creditore privato che richiedeva il pignoramento dello ‘stipendio’ del sindaco, lo stesso Tribunale, si era pronunciato disponendo di trattenere un quinto dell’indennità percepita”.

 

Indennità che ammonta a 70mila euro lordi l’anno, 43mila al netto dei tributi. Soldi versati in questi quattro anni (esclusi i mesi in cui il Comune è stato commissariato) a favore del sindaco. Equitalia chiede ora che il Comune di Cosenza restituisca questo denaro qualora Mario Occhiuto non dovesse provvedere a liquidare il debito. Bisognerà però attendere la pronuncia della Corte d’Appello di Catanzaro per capire se la richiesta andrà a buon fine e chi pagherà i debiti del sindaco. Se la sentenza del Tribunale di Cosenza dovesse essere confermata inoltre la città si ritroverebbe ad avere un primo cittadino in debito con l’ente che amministra. O peggio ancora, nell’ipotesi più pessimista, un sindaco che scarica i propri ‘problemi fiscali’ sui cittadini.

 

L’opposizione non perde l’opportunità di attaccare l’amministrazione. E lo fa attraverso una nota al vetriolo di Damiano Covelli del PD sulla mancata audizione di De Rose. “Abbiamo chiesto l’audizione del responsabile dell’ufficio legale, avvocato Giovanni De Rose, in merito alla sentenza che condanna il Comune di Cosenza a risarcire Equitalia facendosi carico dei debiti privati del sindaco Mario Occhiuto. Ma ieri in Commissione Controllo e garanzia non si è presentato nessuno, né ci è stata fornita alcuna motivazione sulla mancata audizione. È un atteggiamento che ormai va avanti da tempo, – lamenta il gruppo PD – visto che più volte abbiamo denunciato la vicenda e chiesto chiarimenti anche attraverso un’interrogazione inviata al sindaco. Non solo all’epoca non vi è stata nessuna collaborazione da parte del Comune verso Equitalia che contesta al sindaco debiti per 1,770 milioni di euro di tasse non pagate, ma anche la decisione di non costituirsi in giudizio è stata una scelta di tipo politico-amministrativa. Nessuno però ritiene di dover fornire delucidazioni ai cittadini che continuano a interrogarsi su quali valutazioni siano state fatte quando ad esempio si è decisa la mancata costituzione in giudizio o sul fatto che non sia stata data alcuna risposta alla richiesta di Equitalia, arrivata alla Ragioneria, sull’esistenza di eventuali somme pignorabili. Una cosa è chiara: Occhiuto e i suoi più stretti collaboratori vogliono mantenere il più stretto riserbo su questa vicenda”.

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