E’ morto per un tumore al polmone, che gli era stato diagnosticato pochi giorni fa, l’autotrasportatore Giovanni Amato, 60 anni, originario di Aprigliano
APRIGLIANO (CS) – Amato era stato arrestato nel settembre dello scorso anno con l’accusa di avere adescato, da fine 2015, sui social network, alcune studentesse minorenni di un istituto superiore di Alessandria. La notizia è stata resa nota a funerali avvenuti. L’8 maggio, durante l’udienza a Torino, i difensori Giuseppe Lanzavecchia e Davide Daghino avevano ottenuto il rinvio a settembre proprio per le condizioni di salute dell’uomo, nel frattempo scarcerato. Il camionista era in attesa di una perizia psichiatrica che avrebbe dovuto determinare la patologia, secondo loro compulsiva, che lo avrebbe portato a commettere i reati.
La vicenda risale al 28 settembre dello scorso anno quando la Polizia di Stato lo aveva arrestato, in esecuzione di ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Torino con l’accusa di avere adescato, dalla fine dell’anno 2015, alcune studentesse di una scuola superiore di Alessandria, tutte minorenni, sfruttando i social network e, approfittando della loro giovane età e delle condizioni di bisogno in cui versavano, per indurle ad avere rapporti sessuali a pagamento che avvenivano all’interno di un camper nella sua disponibilità e in un albergo della provincia.
Per le prestazioni – secondo l’accusa – sarebbero state elargite somme cospicue che le giovani avrebbero utilizzate per comprare capi di abbigliamento e, talvolta, sostanze stupefacenti. Amato, in più circostanze, quando una delle vittime aveva provato ad interrompere il rapporto, non aveva esitato – sempre secondo l’accusa – a ricorrere alla minaccia di divulgare i contenuti delle chat in suo possesso per costringere la giovane a continuare negli incontri, incurante anche della possibilità, da quest’ultima paventata, di essere denunciato alle forze dell’ordine. “Dispiace – commenta il legale Lanzavecchia – che la vicenda si sia conclusa senza che Amato abbia potuto dimostrare che i fatti erano ben diversi da quelli contestati”.
