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Cosenza, processo Apocalisse, i pentiti De Rose e Noblea in aula

Operazione apocalisse 1

In aula tre pentiti collegati in videoconferenza, molte dichiarazioni, esami e contro esami, un collegio difensivo agguerrito

 

COSENZA – Si ritorna in aula per uno dei processi che ha avuto durante l’istruttoria dibattimentale non pochi colpi di scena. In aula presenti gli imputati Pasquale Francavilla, Marco Perna, Andrea Minieri e Paolo Scarcello (gli ultimi tre tornati in carcere per una aggravamento di pena), tutti detenuti in carcere. Presenti anche altri imputati che secondo le accuse sarebbero tutti affiliati al clan Perna e dediti allo spaccio di droga sulla piazza cosentina. La seduta Collegiale presieduta dal giudice Carpino cambia composizione, subentra infatti al giudice Ianni, il giudice Pingitore. Non poco disappunto da parte del collegio difensivo che ha sollevato dubbi su un cambio che sopraggiunge in un punto cruciale del processo e dopo che l’istruttoria dibattimentale è giunta quasi al capolinea.

In aula presenti in videoconferenza i tre pentiti: Luca Pellicori anche imputato nel processo, difeso dall’avvocato Michele Gigliotti; Vincenzo De Rose, collaboratore di giustizia, sentito come teste e imputato in altro procedimento, collegato in videoconferenza, difeso dall’avvocato Dionigi Tucci e Francesco Noblea, anche questo sentito da località protetta. Oggi si è concluso il contro esame del pentito De Rose. quest’ultimo nella scorsa udienza aveva riportato fatti che, lui stesso dichiara di avere appreso in carcere dai suoi “colleghi” di cella. una delle domande più interessanti poste dal collegio difensivo e che potrebbe in seguito sciogliere molti nodi delle dichiarazioni fatte dal collaboratore di giustizia è stata la richiesta dell’inizio di collaborazione con la giustizia, avvenuta il 14 agosto del 2017 dopo la condanna di primo grado nel processo Job center, in cui fu condannato a otto anni e 10 mesi. Condanna che fu confermata anche in appello. In quel periodo aveva appena iniziato la collaborazione. Per tutto il contro esame, De Rose non ha fatto altro che confermare le dichiarazioni rese durante l’esame tenuto nella scorsa udienza davanti al pm della distrettuale Assumma. Quindi nessuna novità di rilievo, così come l’escussione di Noblea che ripercorre le sue conoscenze, qualche episodio di spaccio e anche qualche racconto fattogli dall’ex cognato Bruni come, per esempio la presunta guerra che iniziò tra il clan Perna e la famiglia Abbruzzese. Racconta della sparatoria avvenuta al bar di San Vito a cui il clan Perna rispose con altrettanti colpi di arma da fuoco sotto l’abitazione di Mignolo. Naturalmente sempre per sentito dire del cognato. Poi il pubblico ministero è passato al riconoscimento fotografico di ben 23 fotografie. Una udienza svoltasi in piena tranquillità ma il processo ancora non è terminato

 

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