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Il presidente della Camera Roberto Fico nella tendopoli dove viveva Sacko

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Salvini non autorizza lo sbarco di migranti, Fico in Calabria per le condoglianze di Stato: “c’è una bambina di cinque anni che ha perso il padre e un retroscena fatto di caporali e sfruttamento”

 

SAN FERDINANDO (RC)-  La terza carica dello Stato, il presidente della Camera, Roberto Fico, oggi in visita nella tendopoli di San Ferdinando dove risiedeva Soumaila Sacko, il migrante maliano assassinato a San Calogero, nel Vibonese, lo scorso 2 giugno. “Io sono qui non per creare uno scontro ma una visione di facilitatore, magari per poter avere un tavolo tra Comuni, Prefettura e Regione e cercare di facilitare una soluzione della situazione. Per me oggi è un giorno di progettualità e di condoglianza. In questo momento – ha aggiunto il presidente della Camera, parlando con i cronisti – sapete perche’ sono qui, per fare le condoglianze dello Stato agli amici di Soumaila e, indirettamente, alla famiglia che si trova in Mali, perchè Soumaila e’ stato brutalmente assassinato. Anche per comprendere, quando sara’ liberato il corpo dall’autopsia, come far ricongiungere la salma ai familiari. C’e’ una bambina di cinque anni che ha perso il padre e c’e’ intorno una situazione molto complicata, la situazione dei braccianti, dei caporali, delle sottopaghe, delle aziende agricole.

 

Qua parliamo dei diritti dei lavoratori, e’ una questione assoluta di diritti di lavoratori, perche’ noi siamo in una Piana che produce agrumi, arance meravigliose, durante l’inverno, e quindi le aziende agricole devono avere i braccianti per il lavoro; braccianti che, siano migranti col permesso di soggiorno o che siano italiani, devono essere garantiti al cento per cento nei loro diritti. Quindi le paghe devono essere adeguate e le aziende agricole devono potersi occupare anche di alcune situazioni, come l’alloggio o il vitto di queste persone, perche’ cosi’ e’ sempre funzionato”. Roberto Fico parla dei diritti negati ai lavoratori, in gran parte migranti, impiegati per pochi euro nella piana di Gioia Tauro come braccianti.

 

“Si devono mettere in campo – dice Fico – altre risorse che possono essere risorse europee, che puo’ essere l’aiuto dei sindaci nell’accoglienza diffusa, perche’ qui nessuno vuole la tendopoli, anche se e’ molto meglio della baraccopoli ed e’ nella legalita’. Ma noi vogliamo un altro tipo di diritto del lavoro e dei lavoratori perche’ tutti vogliamo le arance calabresi sulle tavole ma per prendere queste arance c’e’ un’azienda agricola che in questo momento sfrutta dei lavoratori. La bravura di uno Stato deve essere quella di riuscire a trovare soluzioni a problemi complessi. Dobbiamo parlare di grande distribuzione, che abbatte i prezzi e gli agricoltori non ce la fanno e i braccianti che sono la catena piu’ debole vengono schiavizzati e sfruttati. Questa situazione deve finire e ci vuole anche un consumo critico”. Fico chiama in causa le istituzioni europee: “L’Europa – dice – spesso ci lascia soli su situazioni cosi’ gravi come quelle degli arrivi e degli sbarchi. Ci sono accordi che vanno assolutamente rivisti, perche’ se al porto di Gioia Tauro arrivano carichi di arance a basso costo che vengono dalla Tunisia, abbattono i prezzi; la grande distribuzione si prende le arance con un prezzo bassissimo.

 

E’ chiaro che gli agricoltori, i contadini, le aziende agricole non ce la fanno, e poi l’anello piu’ debole paga. Dobbiamo riuscire – conclude – a progettare insieme ai Comuni, insieme alla Regione Calabria, insieme allo Stato e al prefetto, un progetto che ci porti fuori da questa situazione e porti diritti ai lavoratori e benessere”. In merito alla nave carica di migranti che il Governo non ha autorizzato ad attraccare in Italia Fico ha affermato di star “monitorando la situazione, so che tutte le persone a bordo stanno bene; so che sono state mandate piu’ di una nave con aiuti e personale medico. Queste persone so che adesso stanno bene e questo e’ l’importante. Aspettiamo ancora qualche ora e vediamo l’evolversi della situazione che sto monitorando costantemente”. Intanto una giornata di mobilitazione e’ stata proclamata per il 15 giugno a Vibo Valentia dalle sigle sindacali FAI CISL Calabria – FLAI CGIL Calabria – UILA Calabria a sostegno del rinnovo del contratto di lavoro in agricoltura e dell’applicazione sul territorio della legge 199/2017 sul contrasto al caporalato nel settore agricolo.

 

“Temi di forte pregnanza per la nostra regione – dice il segretario generale dalla Uil Calabria, santo Biondo – che affinche’ possano trovare uno svolgimento positivo nei loro contenuti, necessitano del sostegno di tutta la Calabria. La Legge 199/2017 e’ stata una conquista delle categorie confederali unitarie. Quello fissato dalla norma di contrasto allo sfruttamento del caporalato e’ un tema che ingloba sensazioni, sentimenti ed opinioni diverse. E’ una tematica che si riflette direttamente su quella dell’immigrazione, argomento, quest’ultimo, che e’ tornato prepotentemente di attualita’ dopo l’insediamento del nuovo Governo e il gravissimo fatto di cronaca che si e’ registrato in Calabria nei giorni scorsi che ha segnato la morte del giovane sindacalista Soumaila Sacko venuto dal Mali per lavorare nei campi della Piana di Gioia Tauro. Un fatto di sangue che non puo’ lasciarci indifferenti. La Calabria, in questo scenario, – spiega – e’ una regione fortemente interessata alla risoluzione di queste problematiche, perche’ e’ una delle porte d’ingresso di queste donne, di questi uomini e di questi bambini che affidano ad un barcone il loro destino. E il settore dell’agricoltura calabrese, fattore trainante e comparto d’eccellenza per l’economia regionale, non puo’ essere accostato all’abominio dello sfruttamento dei caporali e ad atti intollerabili di xenofobia”.

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