Per il segretario cittadino del partito socialista, “bisognava pensare al PSC come ad uno strumento urbanistico moderno, attuabile e dalla parte del cittadino”
RENDE (CS) – È trascorso più di un anno da quando il Sindaco Manna ribadiva la necessità dell’approvazione del PSC, per dare risposte – a suo dire – ai cittadini in ordine allo sviluppo edilizio e alla riqualificazione di alcune parti del territorio che, negli anni, avevano mostrato alcune criticità. Tale intento – così come tanti altri – è stato completamente disatteso. È diventata oramai una costante di questa amministrazione quello di spifferare obiettivi e finalità a cui necessariamente pervenire, salvo poi rinviare a data da destinarsi la loro effettiva concretizzazione. Si è persa l’ennesima grande occasione per restituire dignità alla città. L’approvazione del PSC era, del resto, assolutamente necessaria.
Bisognava pensare al PSC come ad uno strumento urbanistico moderno, attuabile e dalla parte del cittadino. La nuova edilizia avrebbe dovuto privilegiare non i grossi agglomerati ma strutture a misura d’uomo ed eco sostenibili, con l’obiettivo del risparmio energetico e dell’utilizzo dell’energia rinnovabile. Il nuovo strumento urbanistico avrebbe dovuto mettere al centro del progetto il recupero e la modernizzazione dell’esistente, attraverso la ristrutturazione, l’adeguamento sismico e l’ampliamento dei vecchi fabbricati, in base alle disposizioni del “ Piano Casa “ adottato dalla Regione Calabria. Si pensi, ad esempio, ai fabbricati presenti nella zona industriale di Cutura e dell’ex azienda Giorcelli; a quelli presenti nelle aree agricole e a destinazione verde pubblico attrezzato; a quelli presenti nel centro storico e in tutte le altre contrade della città.
Il nuovo PSC avrebbe dovuto, ancora, snellire l’attuazione dei Piani Particolareggiati – presenti a Santa Rosa, Santa Chiara, Palleca, Linze /Surdo nati con dei vincoli inamovibili tanto da renderli inattuabili – attraverso l’abolizione del lotto minimo, la creazione di sub comparti minimi e catastali di proprietà, predisponendo delle linee guida e progetti di piano, compatibili con la micro zonizzazioni. Il nuovo PSC, inoltre, avrebbe dovuto prevedere la possibilità di realizzare le viabilità di primo livello e i relativi servizi previsti nei Piani Particolareggiati, in modo da eliminare le zone intercluse, oggi diffusissime.
Questi erano, in parte, alcuni punti irrinunciabili del predetto strumento urbanistico che avrebbero consentito alla città di ripartire. Così non è stato! La verità è che questa amministrazione ha volutamente perso tempo su tale importante tema, utilizzandolo come strumento per racimolare qualche consenso elettorale, in spregio e in sfregio all’interesse generale della città.
Francesco Tenuta Segretario PSI Rende
