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Rapporto Ecomafia 2018, business da 14 miliardi. Calabria 5^ per numero di illeciti

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Il 2017 è stato un anno record di arresti ed inchieste legate a reati contro l’ambiente. Il report di Legambiente è stato presentato oggi alla Camera dei Deputati.

 

ROMA – Un 2017 caratterizzato dal record di arresti per crimini contro l’ambiente e di inchieste sui traffici illegali di rifiuti. La Campania è ancora una volta in testa per il numero di reati, che sono concentrati per il 44% nelle Regioni a tradizionale presenza mafiosa. Ed è nel settore dei rifiuti la percentuale più alta di illeciti su scala nazionale, “mai così tanti nel nostro Paese”. E’ quanto emerge dal rapporto Ecomafia 2018 di Legambiente che rileva anche un crescente e allarmante abusivismo edilizio: sono 17 mila le costruzioni illegali. Dal report, ancora, emerge che il fatturato del business ‘ecomafia’ aumenta in un anno del 9,4%, a quota 14,1 miliardi. Per il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani, è necessario “completare la rivoluzione avviata con la legge sugli ecoreati e affidare allo Stato la competenza sulle demolizioni degli abusi edilizi”.

Reati: 17 persone denunciate al giorno

Nel 2017 piu’ di 6mila persone sono state denunciate per reati contro la biodiversita‘, quasi 17 al giorno, e 7 mila sono state le infrazioni (19 al giorno +18% rispetto al 2016)”. “L’aggressione al patrimonio di biodiversita’ continua senza sosta, sulla pelle di lupi, aquile, pettirossi, tonni rossi, pesci spada e non solo. Le regioni a tradizionale presenza mafiosa totalizzano il 43% dei reati. La Sicilia e’ in testa per numero di illeciti (1.177 pari al 16,8% del totale nazionale), seguita dalla Puglia (946 reati), dal Lazio (727) e dalla Liguria per la prima volta in quarta posizione (569), prima della Calabria (496) e della Campania (430)”.

Il mega fatturato dell’ecomafia

“Nel 2017 il fatturato dell’ecomafia e’ salito a quota 14,1 miliardi (+9,4%). Una crescita dovuta soprattutto alla lievitazione nel ciclo dei rifiuti, nelle filiere agroalimentari e nel racket animale”.  Il documento evidenzia come la corruzione rimanga, purtroppo, “il nemico numero uno dell’ambiente e dei cittadini, che nello sfruttamento illegale delle risorse ambientali riesce a dare il peggio di se’. L’alto valore economico dei progetti in ballo e l’ampio margine di discrezionalita’ in capo ai singoli amministratori e pubblici funzionari, che dovrebbero in teoria garantire il rispetto delle regole e la supremazia dell’interesse collettivo su quelli privati, crea l’humus ideale per le pratiche corruttive”, prosegue il documento. “La natura profonda del crimine ambientale – si legge ancora – e’ economica e ha per principali protagonisti imprese e faccendieri, ma le mafie continuano a svolgere un ruolo cruciale, spesso di collante. I clan censiti da Legambiente finora e attivi nelle varie forme di crimine ambientale sono 331”.

Agroalimentare, reati in aumento

Nel 2017 i reati nel settore agroalimentare sono aumentati, toccando quota 37 mila. Le persone denunciate e/o diffidate sono state 22 mila e 196 quelle arrestate, mentre 2.733 sono stati i sequestri. Il documento precisa che i settori particolarmente colpiti sono quello ittico, della ristorazione, di vini e alcolici, della sanita’ e cosmesi e in genere nel campo della repressione delle frodi nella tutela della flora e della fauna. Impressionante e nettamente in salita rispetto al 2016 (quando oscillava intorno ai 700 milioni) il valore dei sequestri effettuati, che supera nel 2017 abbondantemente un miliardo di euro.

“Come ricorda l’Osservatorio Assobioplastiche – si sottolinea nel Rapporto Ecomafia 2018 di Legambiente –  in media 60 buste su 100 in circolazione sono assolutamente fuori norma. Serve dunque intensificare i controlli a tutela dell’ecosistema, dei consumatori e del settore industriale della chimica verde”.

Il documento precisa che “sono i mercati rionali di ortofrutta e i negozi al dettaglio a immettere sacchetti ormai fuori legge. Dai dati resi noti dal Nucleo speciale tutela proprieta’ intellettuale della Guardia di finanza e dal Comando unita’ forestali, ambientali e agroalimentari dei carabinieri, nel 2017 le sanzioni pecuniarie comminate ammontano a 5 milioni di euro. Per fare due esempi, l’attivita’ del Nucleo speciale tutela proprieta’ intellettuale della guardia di finanza ha portato al sequestro di circa 2 milioni di sacchetti di plastica illegali e 2,3 tonnellate di materia prima usata per produrli. A Napoli, nel 2017 la polizia locale ha provveduto al sequestro di 1,6 milioni di sacchetti, mentre nei primi 5 mesi del 2018 ne ha gia’ sequestrato piu’ di 122 mila”.

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