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Salvini dalla corsa al lungomare a San Ferdinando: “i buonisti dei porti? Vengano qui”

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Il tweet del ministro dell’Interno da Reggio Calabria: “Corsetta sul lungomare, adesso per recuperare energie granita al caffè con panna e brioche”.

 

REGGIO CALABRIA – E’ iniziata così la tappa reggina di Matteo Salvini, oggi impegnato in Calabria in alcuni appuntamenti. Alle 11.15 il leader della Lega è atteso nell’immobile in via Concordato a Palmi, confiscato alla mafia che diventa sede del commissariato della Polizia di Stato. Davanti all’edificio, presenti giornalisti e forze dell’ordine in attesa dell’arrivo del ministro dell’Interno.

Salvini a Palmi: “la ‘ndrangheta è una merda”

“E’ cominciata una guerra senza quartiere contro la criminalità organizzata non solo in Calabria ma in tutta Italia perché la ‘ndrangheta è una merda, un cancro, che si è allargato a tutta l’Italia. Io però sono testone e continuerò a combatterla fino a che non avremo portato via anche le mutande a questa gente”. Così il ministro dell’Interno Salvini, a Palmi mentre visita l’immobile confiscato alla cosca Gallico e dove sorgerà un commissariato della Polizia di Stato: “Questa di Palmi è una delle tante situazioni paradossali che intendiamo scardinare. Il posto giusto per gli ergastolani è la galera”.

Nel palazzo confiscato alla cosca di ‘ndrangheta dei Gallico, ancora vive Lucia Morgante, di 92 anni, condannata all’ergastolo per omicidio e la cui pena è stata differita per motivi di salute. La donna è madre del boss Domenico Gallico, anche lui condannato all’ergastolo.

“E’ secondo me incredibile che lo Stato spenda migliaia di euro per permettere a delinquenti ergastolani di venire a incontrare la loro madre altrettanto delinquente ed ergastolana” ha aggiunto Salvini riferendosi al permesso concesso a Domenico Gallico, che sta scontando 7 ergastoli in un carcere sardo, di recarsi a fare visita alla madre nonostante il parere contrario della Dda di Reggio Calabria. Nel 2012, durante un interrogatorio in carcere, aggredì e ruppe il naso all’allora pm della Dda Giovanni Musarò e ferì due agenti penitenziari”.

Mafiosi e scafisti sono “merda”

“Stiamo valutando di organizzare il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica di agosto in Calabria, perchè certa gente si deve sentire a disagio in Italia. Per quanto riguarda mafiosi e scafisti cercherò di usare tutte le armi che la legge mette a disposizione. Io auguro lunga vita a tutti ma chi ha ammazzato deve restare in galera”.

“La mafia fa schifo a Reggio come a Milano e dove c’è puzza di mafia non ci siamo noi. Sequestreremo fino all’ultimo centesimo di euro a questa gentaglia – prosegue il ministro Salvini – e certi voti non ci interessano e certi interessi non ci riguardano. Non è giusto identificare il popolo calabrese con la malavita. Bisogna dare un futuro a questi ragazzi e a queste ragazze perchè se c’è lavoro la mafia perde, se on c’è lavoro la mafia campa. Io qui, ci tornerò fino a che non abbiamo raggiunto risultati concreti.  Perciò ringrazio le autorità e per autorità intendo sindaci, magistrati, giudici, insegnanti, volontari e parrocchie che combattono a mani nude contro questi delinquenti. Sappiano che il minsitro e il Governo è con loro”.

La baraccopoli? “Non c’è casa e lavoro per tutti”

“Chi scappa dalla guerra e ha diritto di stare in Italia è il benvenuto. Chi non scappa dalla guerra ed è un nuovo schiavo a disposizione della criminalità organizzata non sta nè a San Ferdinando nè in Italia – risponde Salvini”.  Poi la domanda sulla baraccopoli dove 900 migranti “regolari” vivono in condizioni disumane: “Nel mio paese nel 2018, la gente non deve stare nelle baracche.  Chi ha diritto di stare in Italia ci sta con tutti i diritti e doveri di tutti i cittadini italiani. Siccome ci sono 5 milioni di italiani in povertà prima penso ai 5 milioni di italiani e la casa il lavoro viene prima per loro. Non c’è casa e lavoro per tutti.  Chi ha diritto di stare qua, paga e fa quello che fanno tutti gli altri. La baraccopoli non ci sarà più”.

Baraccopoli ‘blindata’: “arrivare alla fine del mandato senza vergogne di questo tipo”

“Questa è la dimostrazione del fatto che, i buonisti che parlano di aprire i porti, avanti tutti in Italia c’è posto per tutti dovrebbero venire a San Ferdinando a vedere le condizioni incivili dentro e fuori il campo dove c’è illegalità, prostituzione, spaccio, lavoro nero… io voglio un’immigrazione limitata, controllata e qualificata che ha un valore positivo per chi accoglie e per chi è accolto”.

Tutti gli accessi all’area sono presidiati dai reparti speciali. L’entrata della baraccopoli nella quale ci sono circa una cinquantina di ragazzi immigrati che indossano le magliette con la foto di Soumayla Sacko – il 39enne del Mali ucciso il 2 giugno scorso in un paese del vibonese e che viveva a San Ferdinando – è delimitata da due cordoni di poliziotti in tenuta antisommossa, anche se il clima appare tranquillo.

Davanti alla tendopoli i sindaci del territorio, quello di San Ferdinando Andrea Tripodi, di Rosarno Giuseppe Idà e la triade prefettizia che gestisce il Comune di Gioia Tauro guidata dal prefetto Franca Tancredi. I migranti aspettano sotto il sole e sembrano un po’ incuriositi in attesa di capire cosa dirà loro il Ministro dell’Interno.

“Questa tendopoli è una eredità pesante e dimostra che l’immigrazione fuori controllo porta solo il caos. Occorrono limiti, numeri e regole”.

“Aumentare i controlli su sfruttatori”

“Chiedo alle forze dell’ordine che fanno già tanto, ma anche alla Magistratura e all’ispettorato del lavoro di aumentare i controlli perchè se ci sono degli sfruttati ci sono anche sfruttatori. A me piacerebbe che queste aziende chiudessero perchè fanno concorrenza sleale a chi da lavoro pulito, pagando tasse pulite e offrendo un futuro normale ai lavoratori siano bianchi che neri, perchè qua lo sfruttamento è sugli immigrati ma è anche sugli italiani perchè ci sono migliaia di lavoratori fantasma, troppi furbetti che fanno concorrenza sleale agli agricoltori onesti. Non ho bacchette magiche, non vengo qua da superman, e non prometto che in una settimana si risolveranno problemi che sono qua da anni incancreniti, ma solo che tornerò, e tornerò fino a che tutto non tornerà normale”.

Al migrante che chiede aiuto, risponde: “Cercheremo di portare legalità”

Ad un certo punto un migrante chiede a Salvini: “ci può aiutare?” e il ministro risponde: “l’unico modo è ripristinare la legalità. Chi ha i documenti è un conto chi non li ha è un altro. Per chiedere diritti bisogna rispettare la legge. Cercheremo di portare legalità a prescindere dal colore delle vittime e dei delinquenti (il riferimento è alla morte del maliano Sacko)”.

 

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