A bordo di una moto guidata da Carlo Lamanna, Michele Bruni, figlio di “Bella bella” tese l’agguato a Francesco Marincolo. La DIA ha individuato i mandanti, gli esecutori ed i fiancheggiatori
COSENZA – Questa mattina gli uomini della DIA di Catanzaro hanno eseguito 4 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip di Catanzaro, su richiesta di questa Procura Distrettuale, nei confronti di Giovanni Abruzzese 59 anni, difeso dall’avvocato Antonio Quintieri, Carlo Lamanna 51 anni, difeso dall’avvocato Marcello Manna, Mario Attanasio 46 anni, difeso dall’avvocato Gianluca Acciardi e Umile Miceli 52anni difeso dagli avvocati Angela D’Elia e Palo Pisani, tutti stabilmente inseriti nella criminalità mafiosa cosentina. I 4 destinatari del provvedimento restrittivo, sono ritenuti, a vario titolo, responsabili dell’omicidio di Marincolo Francesco, killer del gruppo Ruà-Lanzino, avvenuto il 28.07.2004 a Cosenza, e del contestuale tentato omicidio di Moretti Adriano, ultimo atto della sanguinosa guerra di mafia combattuta nel capoluogo bruzio tra il 1999 ed il 2000, fra i contrapposti clan confederato Lanzino-Cicero ed il gruppo dei Bruni “Bella bella”. Con tale omicidio i gruppi criminali cosentini raggiunsero una pax mafiosa che prevedeva un patto di non belligeranza e la spartizione equa, tra i gruppi, dei proventi delle varie attività illecite. Indagati anche i due collaboratori di giustizia Daniele Lamanna fratello di Carlo e Adolfo Foggetti
Le ricostruzioni investigative, corroborate dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia che nel tempo ne hanno riferito, hanno consentito di accertare che ad esplodere i colpi mortali nei confronti del Marincolo, al momento dell’agguato a bordo della propria auto, fu lo stesso Bruni Michele, dopo aver affiancato l’auto della vittima, a bordo di una moto, guidata da Lamanna Carlo e risultata poi rubata alcuni giorni prima sul lungomare di Paola. Sull’auto del Marincolo, al momento dell’omicidio di questi, si trovava, per caso, anche Moretti Adriano, che venne ferito da alcuni colpi di arma da fuoco, ma che dalle indagini risultò non essere obiettivo dei killer, anche se cognato del noto boss Ruà Gianfranco. Sui ruoli di ciascun destinatario della misura cautelare eseguita questa mattina dalla Dia, le risultanze delle indagini e le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, concordemente individuano il defunto Bruni Michele, insieme a Lamanna Carlo, quali esecutori materiali dell’omicidio, Abruzzese Giovanni quale partecipe alla fase deliberativa dell’omicidio, in ragione dell’alleanza, al tempo, fra il clan Bruni “Bella bella” e quello degli “Zingari”, Miceli Umile con il compito di studiare le abitudini della vittima e con funzioni di palo o “specchietto” e Attanasio Mario con funzioni di appoggio logistico sia nelle fasi precedenti che in quelle successive all’agguato omicidiario.
L’odierna operazione della Dia si colloca in una più ampia strategia investigativa di questa Direzione Distrettuale Antimafia, avviata da tempo, per far luce su una serie di omicidi verificatisi su Cosenza, che ha consentito, con le varie operazioni convenzionalmente denominate Terminator (1-2-3-4), di ricostruire numerosi fatti di sangue, riconducibili all’allora gruppo confederato Cicero-Lanzino, a distanza di anni dai fatti, con la valorizzazione delle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, preliminarmente e minuziosamente riscontrate con le risultanze di attività investigative condotte.
