Era stata posizionata quasi nove mesi fa, su corso Mazzini in ricordo della giornalista Maria Rosaria Sessa uccisa nel 2002 e tutte le donne vittime di femminicidio
COSENZA – Lo sdegno su Facebook è grande per questo atto vandalico, almeno così oggi sembra. A darne notizia è stato il titolare di una delle due edicole Tuscolano che, insieme ad un amico ha cercato di rimediare al danno. Il fatto sarà accaduto nella notte o nella tarda serata di ieri. La panchina, donata dai consumatori di Caffè Aiello, fu posizionata lo scorso 27 novembre, in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, dal Circolo della Stampa di Cosenza “Maria Rosaria Sessa”, con il patrocinio della Città di Cosenza. Il Circolo della Stampa fa sapere sempre sui social che si è già attivato per riparare il danno. Naturalmente tra i vari commenti il più ricorrente è quello se a Cosenza le telecamere siano in funzione per punire gli autori di tale gesto.
Maria Rosaria Sessa, originaria di Rossano, terminati gli studi liceali decide di iscriversi all’università della Calabria, a Rende dove consegue la laurea in lingue. Dalla fine degli anni ’90 iniziò una collaborazione giornalistica presso l’emittente televisiva Metrosat con sede a Rende (Cs). Aveva deciso di intraprendere la carriera giornalistica televisiva, la sua grande passione
Il 10 dicembre 2002, il giorno dopo l’omicidio il quotidiano “La Repubblica” ne diede così notizia:
L’omicidio potrebbe essere stato l’epilogo dell’ennesima lite. Corrado Bafaro, quella sera, aveva comprato dei fiori per la donna. Lo stesso mazzo che la polizia avrebbe trovato a bordo dell’auto. Secondo una prima ricostruzione degli investigatori i due si sarebbero incontrati ieri pomeriggio a Cosenza per recarsi da un dentista, un amico dell’uomo. Conclusa la visita, Bafaro e la giornalista sarebbero andati a cena in un ristorante vicino Paola. E a tavola Bafaro avrebbe parlato a lungo con la donna, supplicandola a tornare con lui. Forse Marisa Sessa ha tentato, ancora una volta di convincerlo che ormai la loro storia era finita. E forse, nel rifiuto di Marisa Sessa, avrebbe influito anche il carattere piuttosto violento di Bafara, che già aveva, nel suo curriculum, un precedente per lesioni.
Una discussione continuata in auto, degenerata in una colluttazione e sfociata alla fine nell’omicidio. Si spiegherebbe così l’incidente. L’omicida ha ucciso con un coltello da cucina. Cinque coltellate, di cui una, alla carotide, mortale. Marisa Sessa avrebbe lottato a lungo prima di morire e avrebbe anche tentato la fuga. Corrado Bafaro, per ora è introvabile e gli investigatori, non escludono che l’uomo, dopo aver colpito, si sia allontanato a piedi per poi togliersi la vita.
