L’appello alle mogli dei cacciatori: contro gli omicidi di animali durante il periodo di caccia dal 16 settembre al 31 gennaio del 2019 attuino nei confronti dei mariti lo sciopero del sesso come forma di protesta. Dal 1 settembre caccia aperta anche in Calabria: la denuncia del Wwf
REGIONE GENEROSA CON I CACCIATORI. LA TUTELA DELLA FAUNA RESTA UNA CHIMERA
«La tregua è finita: da sabato 1 settembre e per oltre cinque mesi, uccelli e mammiferi presenti sul territorio calabrese, per sopravvivere, dovranno vedersela con un esercito di decine di migliaia di persone armate che li braccheranno e li insidieranno dall’alba la tramonto, per cinque giorni alla settimana (bracconieri a parte) per fucilarli “per sport”». E’ la denuncia del Wwf Calabria che contestano le scelte in materia venatoria. «Come al solito la Regione Calabria, quanto mai desiderosa di conquistarsi le simpatie dei cacciatori, non si è risparmiata e ha concesso tutto quello che poteva essere concesso, come ad esempio:
- L’apertura anticipata al 1 settembre, anziché quella alla terza domenica del mese.
- La chiusura posticipata al 10 febbraio piuttosto che quella consueta al 31 gennaio.
- I giorni a scelta, con cinque giorni di caccia aperta per settimana, anziché tre giorni fissi.
- L’inclusione nel calendario venatorio di alcune specie a rischio, piuttosto che la loro salvaguardia.
- Date di apertura e chiusura a diverse specie in palese contrasto con le linee guida per la stesura dei calendari venatori redatto dall’ISPRA.
Anzi, di fronte al parere discorde espresso proprio dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale su molti punti del calendario venatorio, e all’iniziativa dello stesso Ministero dell’Ambiente per tutelare la Tortora, la Regione ha fatto proprie non le osservazioni dell’ente scientifico deputato per legge ad esprimere pareri in materia faunistico venatoria o del Ministero, ma quelle delle associazioni venatorie, come se gli uffici di Germaneto fossero una specie di segreteria delle stesse. Insomma un bel “cadeau” alle doppiette anche per quest’anno, e poco importa se la vigilanza venatoria è praticamente inesistente in tutta le Regione e il bracconaggio locale e “importato” è destinato a imperversare. Alla tutela della famosa “biodiversità della Calabria” basteranno i dépliant pubblicitari, le aule dei convegni e le dichiarazioni altisonanti dei politici di turno.
