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Reggio, sanità: Falcomatà mette fine all’odissea dei dializzati

2017 dialisi pazienti

I malati spesso devono attraversare lo Stertto e recarsi in Sicilia per ricevere cure adeguate. Alcuni hanno deciso di interrompere le cure. Il sindaco lotta per una struttura saniatrai da realizzare he dia ristoro e cure ai pazienti

 

REGGIO CALABRIA – “E’ ora di mettere un punto definitivo a questa assurda vicenda dell’odissea dei pazienti nefrodializzati sul territorio di Reggio Calabria. La condizione alla quale sono costrette queste persone, che devono ogni giorno fare centinaia di chilometri se non addirittura attraversare lo Stretto e recarsi in Sicilia per essere curati, è indegna di un paese civile”. E’ quanto afferma il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà in relazione all’insufficienza dei posti per i pazienti nefrodializzati del territorio Reggio Calabria. “Il primo cittadino di Reggio nelle scorse settimane – è detto in una nota – ha avuto modo di incontrare alcuni dei pazienti insieme ai riferimenti territoriali delle associazioni che li rappresentano. Alcuni di loro, a metà del mese di luglio, erano perfino arrivati a dichiarare la propria volontà di interrompere i trattamenti di cura”.

“Mi fa piacere che su questa questione in molti oggi sembrino essersi ridestati dopo un lungo torpore – aggiunge Falcomatà – ma è bene ricordare che questa storia va avanti da lungo tempo e da sindaco, già da più di un anno, ho abbracciato la loro battaglia partecipando ai tavoli tecnici convocati in Prefettura che, nonostante gli ottimi auspici, non sono ancora riusciti ad individuare una soluzione definitiva per queste persone. Oggi dobbiamo affermare con forza che è necessaria una maggiore concretezza per invertire la rotta e mettere fine al calvario dei pazienti. La Regione autorizzi l’esplicitazione del fabbisogno per consentire di avviare le procedure per l’apertura di un centro territoriale per questi pazienti. Stracciarsi le vesti e gridare allo scandalo è solo un modo per pulirsi la coscienza tentando di riavvolgere il nastro di un film già visto”.

“Ora basta – sostiene ancora il sindaco di Reggio – il tempo è scaduto. La nostra Costituzione afferma il principio di sussidiarietà orizzontale: laddove, per evidenti limiti, ritardi e pastoie burocratiche, non può arrivare il pubblico, può intervenire il privato. Da tempo suggeriamo di valutare questa opzione e verificare se a Reggio ci siano le condizioni per la realizzazione di una struttura sanitaria privata da accreditare, che dia immediato ristoro a questi pazienti, in attesa che siano risolte le questioni burocratiche che impediscono di arricchire l’offerta sanitaria pubblica. Anche perché è bene precisare che al momento, i pazienti reggini che si recano a Messina per le proprie terapie, non si curano in una struttura pubblica ma in un centro privato che funziona perfettamente. Oggi anche a Reggio Calabria serve una risposta immediata ed urgente. Il tempo è scaduto”.

 

Nicolò: il calvario dei dializzati reggini continua

“Repetita iuvant, continua il calvario dei dializzati reggini!”. E’ quanto afferma il consigliere regionale Alessandro Nicolò, di Fdi. “Tale drammatica situazione nonché il vulnus arrecato ai pazienti affetti da tali patologie e alle loro rispettive famiglie – prosegue – sono stati evidenziati in più circostanze attraverso una serie di interventi e atti di sindacato ispettivo, da ultimo, una specifica interrogazione di novembre 2017, in ordine all’istituzione di un nuovo centro dialisi nella città metropolitana, al fine di far fronte alla crescita di domanda e di assistenza del territorio. A tutt’oggi la situazione è immutata a discapito delle indicibili sofferenze dei malati e delle loro famiglie. Il nuovo centro dialisi della città non ha visto ancora la luce, nonostante le rassicurazioni esternate dal Governatore Oliverio, in occasione della seduta consiliare del 28 marzo, che ha risposto all’interrogazione da me presentata, manifestando l’impegno di fronteggiare tale atavica problematica in chiave definitiva ed in sinergia con l’amministrazione comunale che aveva inizialmente individuato nei locali degli ex ricoveri Riuniti la struttura in cui collocare il nuovo centro dialisi della città.

Il consigliere regionale Alessandro Nicolò

Permangono, dunque, nella loro interezza problematiche e criticità. Di fronte a tale paralisi, che si consuma sulla pelle dei tanti concittadini reggini, non è dato riscontrare esiti positivi nemmeno per soluzioni temporanee, visto che è slittata la data prevista per l’effettiva attivazione di un turno serale di terapia agli Ospedali Riuniti. Non sono più procrastinabili provvedimenti tempestivi e risolutivi, a fronte dell’indisponibilità dell’unità operativa di nefrologia del Grande Ospedale Metropolitano. Peraltro, addirittura l’iter del nuovo centro dialisi da attivarsi al Grande Ospedale Metropolitano è inspiegabilmente fermo a Catanzaro, al Dipartimento Tutela della Salute della Regione. La lentezza delle procedure burocratiche non può e non deve essere causa ostativa alla tutela del diritto alla salute dei cittadini”. “Circa 52 dializzati – conclude Nicolò – sono obbligati a curarsi fuori città, ed in particolare 34 si recano a Messina, in un centro privato sovvenzionato dalla Regione Calabria, determinando un danno alle già deficitarie casse regionali. Quanto ancora bisogna attendere per far si che ogni dializzato possa essere curato a Reggio Calabria? Pertanto, si auspica l’adozione di provvedimenti concreti ed efficaci necessari ad evitare le sofferenze dei dializzati”.

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