A tu per tu con il portiere del Cosenza. Dalle giovanili del Torino all’avventura in rossoblu fino alla conquista della serie B. La passione per il genere fantasy, i giochi di guerra, la lettura e l’amore per un cuore a metà tra rossoblu e granata
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COSENZA – Umberto Saracco da Moncalieri, come molti reduci dalla storia promozione in serie B dello scorso campionato, è alla sua prima esperienza tra i cadetti. Arrivato a 19 anni nel Cosenza dal Torino (stagione 2014-2015) con umiltà, sacrificio, lavoro, abnegazione e senza mai lasciare nulla al caso, ha saputo aspettare il momento giusto. Dopo aver fatto il secondo a Ravaglia prima e a Perina poi, si è conquistato con merito quella maglia da titolare tanto sognata ed ora difende i pali del Cosenza tornato in serie B dopo 15 lunghi anni di attesa.
Non saprei vedermi lontano dal Cosenza
Il portiere rossoblu si racconta a Vita da Lupi ad iniziare da quella frase che comparse sul suo profilo Facebook Ciao Sono Umberto Saracco e sono un cosentino nell’animo. “Non scrissi io quella frase, ma da un ragazzo che gestiva i profili social del Cosenza e lo fece prendendomi il telefono. Alla fine però, col senno di poi, devo dire che è stata una frase azzeccata e che sento mia visto che appena arrivato a Cosenza non pensavo ci sarei rimasto così tanto. Ora invece non saprei vedermi lontano da qui“. Il primo Saracco a Cosenza? Abituato ad una grande città come Torino, mi sono sentito spaesato ed ho avuto bisogno di tempo per ambientarmi, però poi è bastato conoscere questo ambiente ed i tifosi e non ho avuto nessun problema”.
Ravaglia, Perina e la maglia da titolare
Devo molto a loro. Ravaglia veniva da campionati di serie A e B ed ho imparato tanto da lui nel primo anno, ma anche da Pietro Perina negli anni dopo. Poi lo scorso campionato è successo quello che sapete. Il mister mi ha dato la possibilità di giocare e io ho ripagato la fiducia. Adesso cerco di continuare a dare tutto sia in allenamento che in partita.
Cosenza o Torino?
Le città sono diverse in tanti aspetti a comunicare dalla grandezza. Ricordo quando sono arrivato, il primo impatto della città di Cosenza è stato dopo il ritiro. Andai a fare una passeggiata su Corso Mazzini. In 5 minuti feci avanti e dietro il viale, mentre a Torino in 5 minuti vedi poco e niente. Qui la gente è molto più aperta e cordiale ma è una prerogativa della gente del sud sopratutto qui trovi sempre un ambiente più familiare. Ho trovato amici fraterni con cui ho anche passato le feste insieme non tornado a Torino.
Playstation: sparatutto o calcio?
In ritiro, come tutti i calciatori si gioca alla play, anche se i miei compagni sono molto più accaniti di me e giocano sopratutto a Fifa. Lo faccio anche io ogni tanto anche se non faccio le nottate :-). A me piacciano i giochi di guerra come Fortnite.
La passione per in genere fantasy
“Quando le trasferte sono state abbastanza lunghe, ne ho sempre approfittato per leggere parecchi libri. Diciamo che questa passione è nata negli ultimi anni. Leggo libri fantasy che è un genere che adoro anche da vedere in TV. Ovviamente il miei preferiti sono il Signore degli anelli e Lo Hobbit”.
Il granata scolpito nel cuore
Quando diventi un professionista pensi solo a fare bene e fare tutto solo per la sqaudra con cui giochi. Però è chiaro che andare a giocare a Torino, contro la squadra dove sono cresciuto e per cui faccio il tifo, dove ho fatto il raccattapalle da bambino e visitare Superga e il Grande Torino mi ha lasciato emozioni indescrivibili.
ASCOLTA l’intervista integrale a Saracco nello speciale “Vita da Lupi”
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