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(VIDEO) Obrigado mister! Aristoteles, “perla nera” di Oronzo Canà, ospite su QuiCosenza

Aristotele

L’ospite di Luca Le Piane arriva dal Brasile e da un trentennio è nell’immaginario calcistico di ogni tifoso. Aristoteles, al secolo Urs Althaus, è l’icona cinematografica sportiva degli anni 80, diventato celebre con il film cult di Lino Banfi “L’allenatore nel pallone”. L’attaccante brasiliano della Longobarda ora vive in Svizzera ed ha un’agenzia di moda, sua grande passione. Fa ancora l’attore e ha scritto due biografie

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COSENZA –  Cari amici e lettori di Qui Cosenza, non nascondo un’emozione particolare nel raccontarvi l’intervista a questo personaggio che ha reso più felice e spensierata la mia infanzia, divenendo un vero idolo per tutti coloro che, come me, sono cresciuti nei mitici e inimitabili anni’80. “Se Zico ha giocato con i guanti, il mio Aristoteles giocherà col cappotto! La Longobarda è Aristoteles, e Aristoteles è la Longobarda”. Frasi celebri entrate nel mio ma anche nel vostro immaginario calcistico. Avete capito tutti che oggi il mio ospite è lui, Aristoteles, al secolo Urs Althaus. Oggi ha 62 anni, vive in Svizzera dove ha aperto un’agenzia di moda sua grande passione, visto che posò come modelli per i marchi più prestigiosi del modo e fu il primo uomo di colore a posare sulla copertina di GQ. L’attore? Lo fa ancora in Germania e nel frattempo ha scritto due biografie, “Io, Aristoteles, il Negro svizzero” uscito nel 2009 ed una sulla madre che sta per essere pubblicata. Aristoteles, diplomato in gestione aziendale, il calciatore lo ha fatto per davvero: due stagioni da professionista nell’FC Zurigo prima di abbandonare la carriera sportiva, a causa di un infortunio ad un braccio, per intraprendere quella da attore e continuare quella da modello.

Luca Le Piane: Urs, sei stato un’icona sportiva e dello spettacolo italiano a partire dal 1984, anno in cui nelle sale cinematografiche italiane uscì “L’allenatore nel pallone”, film diretto da Sergio Martino e interpretato da Lino Banfi nel ruolo del mitico allenatore della Longobarda Oronzo Canà. Ci vuoi raccontare come sei stato scelto nel ruolo indimenticabile fuoriclasse brasiliano Aristoteles e a quali protagonisti del film sei rimasto più legato in questi anni?

Urs Althaus
: Per prima cosa, ti ringrazio per l’invito! E’ stato il maestro Sergio Martino che mi ha invitato per un casting. Per lui ero Aristoteles e quando Sergio ha scoperto che ero anche un calciatore professionista con l’F.C. Zurigo, quando arrivai disse: “Ho trovato Ari, la parte è tua”!. Dopo di ciò ha organizzato un incontro con Lino Banfi per presentarmi a lui. Lino disse: “Maestro sei tu il capo, Urs è ok per me . Poi a me disse: puoi giocare a calcio?”. Il resto è storia! Anni dopo ho lavorato con Lino in “Un medico in famiglia” interpretando il ruolo di George Roswell. Ho regolarmente contatti con Sergio Martino su Facebook e il 22 dicembre 2015 ho ricevuto un premio alla carriera al Mediolanum Forum di Milano. Anche Gigi Sammarchi era presente per ricevere un premio, ed è stato incredibile rivederlo dopo tutti questi anni.

VIDEO SALUTO di ARISTOTELES

Luca Le Piane: A mio modesto avviso, la genialità delle tematiche trattate nel film e le variegate sfaccettature dei personaggi sono stati tali da rimanere nel cuore della gente anche dopo 35 anni. Qual è il segreto secondo te?
Urs Althaus:  Oh Luca, cosa posso dire! L’Italia ama il calcio e Sergio Martino è uscito con questa commedia brillante al momento giusto. Un brillante Lino Banfi, un grande cast e tutto il mondo del calcio dentro, famosi calciatori, allenatori e il grande giornalista. Il pubblico lo ha amato da subito e nel frattempo è diventato un Cult. Non puoi immaginare di fare un film e aspettarti questo grande successo. Sono state le persone che si sono innamorate di questo film rendendo il suo successo così enorme ed eloquente.

Luca Le Piane: Dopo il successo de “L’allenatore nel pallone”, arriva un altro grande successo, il film di Jean Jacques Annaud “Il nome della rosa”, che ti ha visto co-protagonista nel ruolo di Venanzio, al fianco di attori premi Oscar del calibro di Sean Connery e F. Murray Abraham. Ci racconti un aneddoto?
Urs Althaus: Luca devi leggere la mia biografia “Io, Aristoteles, il Negro svizzero”, ho scritto un capitolo a riguardo: “Sean Connery, F. Murray Abraham, Jean-Jacques Annaud, e Io, il monaco nella botte di sangue”. Ricordo con grande ammirazione che durante le pause pranzo, quando ci recavamo a mensa, anche le grandi star come F. Murray Abraham facevano la fila in silenzio per ricevere il vassoio aspettando il proprio turno. Ecco, ricordo questa grande lezione di umiltà da parte di un premio Oscar come lui, non lo dimenticherò mai.

Luca Le Piane: Hai iniziato la tua carriera lavorativa come modello per i marchi di moda più prestigiosi al mondo, poi sei diventato un attore. Quale dei due lavori ti piace di più? Urs Althaus: Entrambi! Sono molto contento di aver avuto queste opportunità! Ho sempre cercato di sopravvivere, vivere e fare soldi per pagare le mie spese. Dio mi ha dato gli sguardi per poter posare e la capacità di sfilare come modello. Sono così grato che sono stato in grado di farlo, dopo che il mio grande sogno ha avuto una carriera da calciatore professionista che si è interrotta a causa di un infortunio grave. Poi ho incontrato Lina Wertmuller, che mi ha scoperto a New York e mi ha detto che dovevo fare l’attore e non il modello. Così nel 1981 andai a Roma. Recitare è un regalo, per chiunque possa farlo. Sono contento di farlo e sono molto, molto grato!

Luca Le Piane: Hai scritto due biografie, una nel 2009 e la seconda dovrebbe uscire a breve, cosa ti ha spinto a raccontarti e a raccontare le vicende e gli alti e bassi che hanno segnato la tua vita?
Althaus: Mi è stato offerto di scrivere una biografia e ho colto questa opportunità per tutte quelle persone che non hanno questa possibilità. Ognuno potrebbe scrivere una biografia, ognuno di noi ha una storia da raccontare, che vale la pena di condividere! Questa è ciò che penso, è stato importante per me essere onesto scrivendolo. Ho dedicato il mio libro a “A mia madre, Irma Althaus di Altdorf e a tutte le mamme di questo mondo”. Ora sto scrivendo su come sono cresciuto e su come mi ha tirato su.

Grazie mille Urs, tanti auguri per la tua vita e per la tua carriera professionale, e grazie ad Aristoteles per tutte le emozioni che ha regalato a noi italiani, sportivi e non solo!

Alla prossima amici di Qui Cosenza!

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