Una cerimonia prestigiosa all’insegna del calcio e del Cosenza quella di oggi, al Tribunale bruzio per celebrare tre eventi a tinte rossoblu. Quello recente di Pescara, con la promozione in serie B omaggiato dalle vecchie glorie della stagione 1987/88 a trent’anni esatti dal salto di categoria targato Di Marzio, fino al trionfo della squadra di calcio forense laureatasi campione d’Italia
COSENZA – Questa mattina nella Biblioteca “M.Arnoni” dell’ordine degli avvocati al tribunale di Cosenza sono state consegnate medaglie e targhe per festeggiare e omaggiare tre storiche imprese del calcio cosentino, in qualche modo legate tra loro: la vittoria della squadra del Cosenza Calcio Forense laureatosi campione nazionale il 24 giugno battendo in finale 3 a 0 la squadra degli avvocati di Torre Annunziata a Montesilvano, esattamente una settimana dopo la storica promozione in Serie B del Cosenza Calcio a Pescara, nella finalissima contro il Siena, al termine di una straordinaria e irripetibile cavalcata nei playoff. Ma il 2018 per il calcio cosentino rimarrà un anno storico, ed ecco la terza occasione per festeggiare, perché la promozione di capitan Corsi e compagni è arrivata esattamente trent’anni dopo un’altra memorabile promozione. Quella del Cosenza Calcio stagione 1987/1988 del presidente Peppino Carratelli e del tecnico Gianni Di Marzio che riportarono in B il Cosenza dopo 25 anni di attesa. In rappresentanza di quella squadra quattro “vecchie glorie”che hanno fatto indossare la maglia, come passaggio simbolico di testimone, ai nuovi rossoblu.
A fare gli onori di casa il Presidente dell’Ordine degli avvocati di Cosenza l’avvocato Vittorio Gallucci che, insieme al giornalista Alessandro Russo, attorniato dai 21 consiglieri dell’ordine e con a fianco il tesoriere del consiglio dell’ordine l’avv. Francesco Calvelli, hanno omaggiato ogni componente con una medaglia la compagine degli avvocati campione d’Italia: dai calciatori fino al mister Teobaldo Del Morgine e al presidente Francesco Fiorentino. Ma le onorificenze speciali sono andate anche ad una rappresentanza di quella straordinaria squadra guidata da Gianni di Marzio: Gigi Simoni, Ciccio Marino, Alberto Urban e Gigi De Rosa e alla rappresentanza del Cosenza Calcio di oggi con Alain Baclet, il capitano Angelo Corsi, il tecnico in seconda Roberto Occhiuzzi e soprattutto il presidente del Cosenza Calcio, Eugenio Guarascio. All’iniziativa tantissimi avvocati ma anche storici presidenti del Cosenza, protagonisti negli anni passati delle stagioni dei rossoblu più importanti, come Antonio Serra e Paolo Fabiano Pagliuso. Assente, ma sostituito dal nipote, l’avvocato Giuseppe Carratelli per motivi di salute.
Gigi Simoni, prendendo la parola nel corso dell’iniziativa si è rivolto ai giovani ‘lupi‘: “Noi trent’anni fa non avevamo paura di niente, voi dovete fare lo stesso perchè avete tutte le possibilità per arrivare a quello che a noi è mancato per un soffio. Combattete e otterrete ciò che meritate”. “Voglio augurare al Cosenza quest’anno le stesse emozioni che ci hanno fatto vivere nell’ultimo periodo. E’ successo qualcosa di meraviglioso – ha dichiarato invece Alberto Urban – e questo è un campionato in cui il Cosenza può fare bene. Bisogna rimboccarsi le maniche; auguro a questo Cosenza e a noi tifosi, che siamo ex giocatori, di rimanere in questa categoria importantissima“.
Emozionato il tecnico in seconda Roberto Occhiuzzi che ha raccontato un aneddoto che risale alla gara di ritorno il Trapani: “una partita molto sentita e prima di questa, abbiamo voluto girare un video motivazionale. Io dissi in quell’occasione: se vinciamo a Trapani andiamo in B. Quel video terminava con la vittoria del campionato del 1988 con le esultanze vostre – riferendosi alle 4 vecchie glorie – e da quel momento ho pensato a similitudini importanti: c’era la stessa voglia di combattere ed è stata questa la nostra vittoria. Noi consentini portiamo avanti le nostre emozioni del passato per farle rivivere ai ragazzi”.
Ma prima della cerimonia di oggi, abbiamo intercettato i quattro ex campioni del Cosenza e con Luca Le Piane ci siamo divertiti a chiacchierare sul passato e ovviamente anche sul presente, tra aneddoti e ricordi emozionanti.
Gigi Simoni
Nel 2018, a trent’anni di distanza da quella storica promozione in serie B, il Cosenza è tornato nuovamente nelle serie che ci compete. Gigi Simoni, il portiere di quel grande Cosenza guidato da Gianni Di Marzio, in città per festeggiare una nuova promozione dei rossoblu
Se volessimo fare un paragone, nel Cosenza di oggi c’è qualche calciatore che spicca per caratteristiche tecniche e può essere paragonato a voi?
“Sui singoli non posso esprimermi ma guardando il gruppo, per temperamento e carattere, si avvicina molto al nostro. Ho seguito tutti i play-off ho visto la finale. Una squadra che sotto l’aspetto caratteriale e della combattività si avvicina molto al nostro. In più anche l’inizio di questa stagione ci accomuna perché all’epoca anche noi nelle prime 6/7 partita facemmo molta fatica. Poi pian piano acquistammo fiducia e conoscenza della categoria siamo riusciti a fare grandi partite e sfiorare quello che forse è il nostro grande dispiacere di sempre, non aver raggiunto la Serie A.”
Ma è davvero così cambiato il calcio da trent’anni a questa parte?
“Il calcio è cambiato tantissimo perché sono cambiate innanzitutto le metodologie di allenamento e anche le tattiche. Ma una cosa che dovrebbe sempre accomunare tutte le squadre è il cuore, l’attaccamento, la voglia di arrivare sempre e portare in alto la maglia che indossi, in questo caso quella del Cosenza. Allora possiamo dire che è cambiato tutto ma non è cambiato niente.”
Alberto Urban
Genio e sregolatezza, Albertino Urban è oramai di casa avendo anche collaborato con i rossoblu. Un centrocampista eccezionale per quegli anni, fortissimo tecnicamente e molto veloce, che amava giostrare dietro le due punte e che aveva anche il vizietto del goal. Ma c’è qualche calciatore in questo Cosenza che le somiglia come caratteristiche?
L’aneddoto di quella storica vittoria al “Vestuti di Salerno” quando Urban fu letteralmente preso a calci dagli avversari che provarono in tutti i modi a fermalo.
“Beh qualche espulso in più ci poteva stare… e forse anche qualche arresto. Ma a parte tutto ho sempre un ricordo bellissimo di quella grande partita del Cosenza. A parte la vittoria con il goal di Michele (Padovano n.d.r.), giocai una grande gara”.
Il Cosenza di oggi e quella paura di vincere come dichiarato da Braglia
“Anche noi all’epoca siamo partiti male, titubanti e lasciando diversi punti per strada. C’era nell’aria un po’ di contestazione però la squadra c’era, stava giocando e i tifosi sono stati bravi a capire ed aspettare. Anche lo scorso annoi il Cosenza era partito male e poi io dico sempre grazie al “metodo” Braglia abbiamo fatto un finale eccezionale meritando la promozione in serie B”.
Gigi De Rosa
Adesso è il responsabile del settore giovanile del Rende, ma Gigi De Rosa il rossoblu c’è l’ha tatuato sulla pelle prima calciatore poi allenatore. Quanto gli manca il Cosenza?
“Lavoro a Rende e sto anche bene, ma è chiaro che 25 anni in rossoblu non si possono cancellare, così come non dimentico da allenatore quella storica salvezza. Manco al Cosenza? Non lo so, ognuno vede in casa propria ma mai dire mai”.
“Hanno fatto qualcosa di grande, si sono uniti e hanno centrato l’obbiettivo giocando anche bene. Ho visto tutti i play-off ed hanno meritato. I complimenti non possono che andare a Braglia, alla società e al presidente al quale oggi non gli si può dire nulla, visto che ha riportato il Cosenza in serie B dopo 15 anni. Oggi questa manifestazione proprio nel trentennale della promozione di quel Cosenza e non posso che esserne onorato e contento”.
Le difficoltà dei rossoblu in questo inizio di stagione
“Tecnico e società sono ben consapevoli che la Serie B è un campionato difficile. Il Cosenza è una neopromossa e ci sarà da lottare fino alla fine e trovare un po’ di fiducia nei propri mezzi calandosi nella realtà. Sono sicuro che il Cosenza abbia i calciatori e i mezzi per centrare l’obiettivo della salvezza”.
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