Un altro caso di presunta malsanità ancora in via di accertamento e che nei prossimi giorni approderà sul tavolo della magistratura catanzarese che dovrà chiarire se esistano o meno responsabilità da parte dei medici
CATANZARO – A.P. di 67 anni è deceduto all’Ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro lo scorso 2 marzo proveniente dall’Ospedale di Soveria Mannelli. L’uomo a causa di forti dolori addominali decise di rivolgersi al Pronto Soccorso di Soveria Mannelli dal quale, secondo la versione dei familiari, fu inviato senza essere sottoposto ad alcun trattamento sanitario presso l’Ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro dove muore dopo una degenza di giorni. Ed infatti, i familiari dello sfortunato paziente avevano fatto ricorso prima alle cure dei sanitari dell’Ospedale di Soveria Mannelli e poi di Catanzaro senza però ricevere – a loro dire – cure adeguate. Dopo la morte del 67enne, i familiari decidono di fare luce sulle cause
L’avvocato penalista Massimiliano Coppa
Le perplessità avute dalla famiglia del paziente hanno indotto gli stessi a rivolgersi all’avvocato Massimiliano Coppa – penalista esperto in colpa medica – il quale, ha inteso approfondire la vicenda clinica che ha interessato lo sventurato paziente, deceduto senza alcuna plausibile causa che ne potesse giustificarne il decesso.
L’Avvocato Coppa ha ritenuto di nominare come consulente di parte Antonio Scalzo, direttore dell’unità operativa di Medicina Legale dell’Asp di Cosenza il quale, consulente esperto anche egli in colpa medica ed impegnato in molti casi di risonanza nazionale, a seguito di un capillare lavoro di individuazione cronologica degli accadimenti – ha evidenziato le probabili cause del decesso del paziente.
Durante la disamina medico legale è emerso che il paziente assumeva un farmaco antipertensivo che è risultato essere stato ritirato dal commercio con decreto del Ministro della Salute circostanza questa che va ad innestarsi in un contesto già di per se difettuale che riguarda l’adeguatezza delle cure che, evidentemente, nel caso in esame, non può considerarsi all’altezza degli standard qualitativi imposti a termine di norma.
L’incongruenza della condotta attendista di tutti i sanitari che – a vario titolo – ebbero in cura lo sfortunato paziente, confermerebbe le condotte difettuali dei sanitari ancor di più se si considera l’ultimo orientamento della Giurisprudenza in tema di colpa medica, che va ad essere ancora più aggravato dall’utilizzo in commercio di un farmaco ritenuto non idoneo ed addirittura ritirato per l’esistenza di difetti tecnici.
Il consulente Antonello Scalzo
Le contestazioni mosse dai familiari del paziente deceduto per il tramite dell’avvocato Coppa – ben compendiate dal dato tecnico fornito dallo specialista Scalzo, pongono una seria ipoteca oltre che sulla condotta attendista rilevata dagli specialisti in capo a chi ebbe in cura il paziente durante i vari ricoveri, ma soprattutto anche in riferimento alla natura della patologia generata molto probabilmente dall’utilizzo di un farmaco difettato e ritirato dalla Farmacovigilanza che configura una indubbia responsabilità di chi ha prodotto e distribuito quel farmaco senza vigilare.
Nei prossimi giorni l’Avvocato Coppa – nell’interesse dei familiari del paziente – depositeranno un corposo dossier alla magistratura competente per territorio al fine di effettuare una approfondita verifica di tutte le condotte che avrebbero potuto causare – a qualsiasi titolo- il decesso del paziente.
