Per l’omicidio di Massimo Ripepi compiuto a Piscopio, è stato sottoposto a fermo il cognato, Giuseppe Carnovale, di 48 anni
VIBO VALENTIA – E’ ritenuto responsabile dell’omicidio di Massimo Ripepi, di 42 anni, avvenuto domenica scorsa nella frazione “Piscopio”, Giuseppe Carnovale, di 48 anni e i carabinieri di Vibo stanno svolgendo indagini anche sul figlio diciottenne di Ripepi, che era separato dalla moglie e viveva una situazione di pesanti contrasti familiari dovuti soprattutto alla ludopatia di cui era affetto da anni e che lo aveva portato a dilapidare ingenti risorse economiche.
Carnovale avrebbe confessato il delitto costituendosi ai carabinieri, che già da alcuni giorni erano sulle sue tracce, dopo avere ricostruito il contesto in cui era maturato l’omicidio e definito il quadro delle responsabilità. Dalle indagini, condotte in particolare dai militari della Stazione di Vibo Valentia, ha trovato conferma l’ipotesi fatta dai carabinieri nell’immediatezza dell’omicidio, e cioè che l’assassinio di Ripepi fosse da inquadrare in un contesto familiare. Indicativo, in questo senso, é apparso il fatto che l’uomo, nel giugno scorso, fosse stato ferito dall’altro figlio sedicenne, che per questo motivo é tuttora detenuto.
Il ferimento non aveva però appagato l’odio che i familiari nutrivano nei confronti di Ripepi, tra l’altro separato da alcuni anni dalla moglie proprio per i dissidi legati al suo vizio del gioco. Da qui la decisione del cognato di organizzare un nuovo agguato per uccidere Ripepi in modo da chiudere definitivamente i conti con l’uomo, spalleggiato, in tale progetto, secondo un’ipotesi dei carabinieri che attende adesso soltanto l’avallo della Procura della Repubblica di Vibo Valentia, dall’altro figlio diciottenne della vittima, che secondo i militari avrebbe avuto un ruolo nell’organizzazione dell’assassinio del padre. Il giovane, stando a quanto si é appreso, si trova attualmente nella caserma dei carabinieri in attesa delle decisioni dell’autorità giudiziaria, mentre Carnovale é stato condotto in carcere.
AGGIORNAMENTO
E’ stato sottoposto a fermo anche il figlio diciottenne di Massimo Ripepi. Secondo l’accusa avrebbe aiutato lo zio nelle fasi concitate della fuga dal luogo del delitto. Ad incastrare l’ex cognato ed il figlio maggiore della vittima, oltre ad alcune dichiarazioni rese da testimoni, si sono rivelate utili le immagini di videosorveglianza reperite sul territorio da Carabinieri e Polizia. Il movente del delitto è da ricondurre ai ripetuti maltrattamenti che la vittima rivolgeva ai danni dei due figli e della ex moglie ma anche per la ludopatia di cui era era affetto Ripepi.
