I due omicidi risalgono agli anni 2004 e 2005. Ai danni di Callipo vennero sparati 11 colpi di pistola contro il cancello d’ingresso del “Popilia Country Resort”
CATANZARO – Si é concluso con quattro ergastoli e condanne da 2 a 30 anni di reclusione il processo denominato “Conquista” su due omicidi di matrice mafiosa accaduti nel vibonese nel 2004 e nel 2005 e su un’intimidazione messa in atto ai danni dell’imprenditore Pippo Callipo.
Il processo, in cui era imputate complessivamente nove persone, si é svolto col rito abbreviato davanti al Gup distrettuale di Catanzaro, Barbara Saccà. La pubblica accusa é stata sostenuta dal sostituto procuratore della Dda Antonio Di Bernardo. Il carcere a vita é stato inflitto ai fratelli Pasquale, Domenico e Nicola Bonavota, affiliati all’omonima cosca della ‘ndrangheta, e ad Onofrio Barbieri, tutti accusati di essere stati coinvolti, a vario titolo, negli omicidi di Raffaele Cracolici e Domenico Di Leo, avvenuti a Pizzo e a Sant’Onofrio, centri del vibonese, rispettivamente, il 4 giugno del 2004 e il 12 luglio del 2005. A 30 anni di reclusione é stato condannato Francesco Fortuna, accusato di avere partecipato all’assassinio di Cracolici.
Per l’intimidazione ai danni di Callipo – 11 colpi di pistola contro il cancello d’ingresso del Popilia Country Resort – sono stati comminati quattro anni di reclusione a Domenico Febbraro, esecutore materiale del danneggiamento, messo in atto, secondo l’accusa, su mandato di Domenico Bonavota.
