Operazione alle prime ore di oggi della polizia giudiziaria nell’ambito della tutela della spesa pubblica e del contrasto alle frodi in materia previdenziale.
CROTONE – I finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Crotone, coordinati dalla Procura della Repubblica, stanno eseguendo un blitz nell’ambito tutela della spesa pubblica e del contrasto alle frodi in materia previdenziale. Sono in corso d’esecuzione, secondo quanto è detto in una nota stampa della Guardia di finanza, “numerosi arresti nei confronti di imprenditori e professionisti“. Sono undici le persone destinatarie di una misura cautelare ma l’operazione vede coinvolti 42 indagati. Nove le persone arrestate e due gli obblighi di dimora disposti dal gip di Crotone nei confronti di imprenditori e professionisti accusati di frodi previdenziali.
Gli investigatori ritengono di aver scoperto una presunta associazione a delinquere che avrebbe eseguito delle truffe – si stima per un totale intorno ai 4 milioni di euro – nei confronti sia dell’Inps che dell’Arcea, l’agenzia regionale che si occupa delle erogazioni in agricoltura.
In dettaglio, sono state notificate cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere, quattro di arresti domiciliari e due di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Destinatari dei provvedimenti gli appartenenti e i principali fiancheggiatori di una “insidiosa” organizzazione criminale, responsabile di decine di frodi in danno dell’INPS E dell’ARCEA, tutte completamente disvelate e ricostruite dalle fiamme gialle di crotone.
Centinaia di rapporti di lavoro fittizi
Piu’ in particolare, il nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza ha svolto complesse indagini finalizzate ad individuare irregolarità inerenti la percezione indebita di prestazioni previdenziali ed assistenziali attraverso, tra l’altro, la simulazione di centinaia di fittizi rapporti di lavoro prevalentemente nel comparto dell’edilizia, oltre che nel settore dell’agricoltura. I soggetti raggiunti dalle misure cautelari, a vario titolo, avrebbero dato luogo ad uno stabile e consolidato sodalizio criminale, finalizzato alla commissione di una vastissima serie di truffe aggravate per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Il tutto, mediante la presentazione di false dichiarazioni di assunzione di manodopera, che hanno consentito a centinaia di “lavoratori” di percepire indebitamente le indennità di disoccupazione e maternità, nonché, mediante la presentazione all’Arcea di “domande uniche di pagamento” basate su documentazione falsificata.
L’organizzazione criminosa – completamente disarticolata – ha percepito indebitamente, dal 2012 ad oggi, oltre 4 milioni di euro derivanti dalle truffe perpetrate in danno dell’Inps e oltre 850mila euro a seguito delle truffe compiute ai danni dell’Agenzia della Regione Calabria per le erogazioni in agricoltura.
Analizzate oltre 700 posizioni
Il nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza ha svolto delle complesse indagini, analizzando qualcosa come 700 diverse “posizioni”, per individuare le irregolarità sulla percezione delle prestazioni previdenziali ed assistenziali ottenute, tra l’altro, simulando centinaia di rapporti di lavoro fittizi, prevalentemente nel comparto dell’edilizia, oltre che nel settore dell’agricoltura e anche delle pulizie.
Le undici persone finite in manette sono:
Emanuele Chiriaco, 44enne, di Crotone;
Alfonso Donato Proietto, 49enne, di Isola Capo Rizzuto;
Cesare Cosentino, 35enne, di Isola Capo Rizzuto;
Cesarina Muto, 55enne di Isola Capo Rizzuto;
Antonio Cosentino, 33enne di Isola Capo Rizzuto.
Per loro è scattata la custodia cautelare in carcere, e i primi quattro sono considerati gli organizzatori dell’associazione a delinquere. I domiciliari sono stati disposti per:
Alessandro Bianco, 37enne di Isola Capo Rizzuto;
Giorgio Marino, 60enne di Crucoli;
Egidio Zoffreo, 46enne di Cutro;
Fabiola Riolo, 29enne di Crotone.
Mentre per G.G., 45enne di Cotronei, e F.M., 61enne di Crotone, la Procura ha disposto l’obbligo di presentazione alla Polizia.
Scoperchiato il “Vaso di Pandora”
La “centrale operativa” dell’organizzazione sarebbe stato lo studio di un consulente del lavoro, ritenuto dagli investigatori la “mente” dell’attività illegale. Nello studio infatti è stata scoperta la documentazione relativa alle pratiche e soprattutto a decine di società (alcune fittizie) ed utilizzate per le truffe. Al centro dell’attività vi era l’opportunità offerta a centinaia di persone di poter usufruire delle previdenze dell’Inps, come l’assegno di disoccupazione. Cifre irrisorie per “finti” lavoratori, alcuni dei quali ricevevano appena qualche centinaia di euro come pagamento dovendone corrispondere il 50% (se non in alcuni casi anche il 100%) alla “struttura” che provvedeva ad istruire le loro pratiche. Ma la struttura aveva importanti guadagni, oltre 5 milioni di euro che – ha ribadito il Procuratore di Crotone, Giuseppe Capoccia – gavano sulle già esigue risorse pubbliche di una comunità allo strenuo. Un caso emblematico è quello di alcuni lavoratori che neanche conoscevano l’azienda per la quale avrebbero prestato la loro “finta” prestazione. Ma il gruppo era anche capace di creare “persone fittizie”, con tanto di Codice Fiscale registrato all’Agenzia delle Entrate, e pertanto solo fiscalmente esistenti.
