Il ragazzo in più occasioni aveva posto in essere gesti autolesionistici
VIBO VALENTIA – La Procura della Repubblica di Messina ha aperto un’inchiesta per far luce sul decesso di Rosario Primo Mantino, di 43 anni, di Vibo Valentia, che ieri sera si è tolto la vita impiccandosi nella cella del carcere della città peloritana in cui si trovava detenuto. Il magistrato ha disposto l’esame autoptico che verrà effettuato lunedì prossimo. Per i familiari, che si sono affidati all’avvocato Sergio Rotundo, quello del loro congiunto sarebbe stato un epilogo annunciato visto che che negli ultimi tempi Mantino avrebbe tentato di mettere in atto gesti autolesionistici.
Era stata anche disposta una perizia psichiatrica, nel luglio scorso, dal gip distrettuale di Catanzaro nell’ambito del processo in abbreviato nato dall’operazione antimafia “Outset”, le cui conclusioni, tuttavia, avevano stabilito la capacità di Mantino di partecipare scientemente al dibattimento. Nel processo, il pm aveva chiesto l’ergastolo per il 43enne accusato di un omicidio mentre in un altro procedimento era stato condannato per una tentata estorsione a due fratelli pescatori.
