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‘Ndrangheta, i piscopisani volevano spodestare il clan Mancuso. 31 arresti – VIDEO e NOMI

operazione Rimpiazzo

Il blitz è scattato all’alba e vede impegnati oltre 200 poliziotti di Vibo Valentia, in collaborazione con la Questura di Catanzaro e con il Servizio centrale operativo e con il coordinamento dalla Procura antimafia di Catanzaro

 

VIBO VALENTIA – Sono 31 le ordinanze di custodia cautelare in carcere in corso d’esecuzione nei confronti di altrettante persone coinvolte nell’operazione e ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso e concorso esterno in associazione mafiosa; estorsione, danneggiamento e rapina, aggravati dal metodo mafioso. E ancora di detenzione e porto illegale di armi ed esplosivi, lesioni pluriaggravate, intestazione fittizia di beni, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. Nell’operazione che é in corso sono impiegati oltre 200 poliziotti a Vibo Valentia e altri nelle province di Reggio Calabria, Palermo, Roma, Bologna, L’Aquila, Prato, Livorno, Alessandria, Brescia, Nuoro, Milano e Udine.

La cosca colpita nell’operazione è quella cosiddetta dei “piscopisani“, così chiamata perché ha la sua base operativa nella frazione “Piscopio” di Vibo Valentia che voleva rimpiazzare quella dei Mancuso, storicamente dominante sul territorio, nel controllo delle attività illecite in una vasta area comprendente Vibo Valentia ed alcune frazioni. Ed è per questo che la stessa operazione è stata denominata proprio “Rimpiazzo”. Secondo quanto é emerso dalle indagini, condotte dalla Squadra mobile di Vibo Valentia, i “piscopisani” volevano subentrare alla cosca dei Mancuso nella gestione degli affari criminali in tutto il comprensorio di Vibo Valentia, comprendente, oltre al capoluogo, le frazioni Vibo Marina, Porto Salvo e Bivona. Il tentativo dei “piscopisani” di spodestrare i Mancuso fu la causa di uno scontro tra i due gruppi che provocò anche alcuni omicidi.

VIDEO 

La cosca dei “Piscopisani”, nell’ambito del suo tentativo di subentrare a quella dei Mancuso nel controllo delle attività illecite non soltanto nel vibonese ma in tutto il territorio nazionale, aveva impiantato una base operativa delle sue attività criminali a Bologna e proprio nel capoluogo emiliano nelle settimane scorse erano state sequestrate armi che sarebbero state nella disponibilità dei “piscopisani” e che confermano le mire espansionistiche del gruppo criminale. Dalle indagini é emerso inoltre che il gruppo dei piscopisani avrebbe “piazzato” cocaina a Palermo. Quantitativi consistenti di droga sono stati sequestrati nel corso delle indagini proprio nel capoluogo siciliano.

I NOMI dei soggetti coinvolti nell’operazione Rimpiazzo

  1. Michele Fiorillo, 33 anni, di Piscopio;
  2. Benito La Bella, 31, di Piscopio;
  3. Nicola Barba, 67, di Vibo Valentia;
  4. Giuseppe Salvatore Galati, 55, di Piscopio;
  5. Salvatore Vita, 44, di Vibo Marina;
  6. Rosario Battaglia, 35, di Piscopio;
  7. Nazzareno Colace, 55, di Portosalvo;
  8. Angelo David, 36, di Piscopio;
  9. Ippolito Fortuna, 59 anni, di Vibo Marina;
  10. Francesco Tassone, 42, di Vibo;
  11. Giovanni Battaglia, 36, di Piscopio;
  12. Francesco D’Ascoli, 48;
  13. Stefano Farfaglia, 36, di Piscopio;
  14. Francesco Felice, 26, di Piscopio;
  15. Nazzareno Fiorillo, 54, di Piscopio;
  16. Rosario Fiorillo, 30, di Piscopio;
  17. Francesco Fortuna, 25, di Vibo Marina;
  18. Maria Concetta Fortuna, 61, di Piscopio;
  19. Sacha Fortuna, 40, di Vibo, residente nel Bolognese;
  20. Nazzareno Fortuna, 30, di Piscopio;
  21. Giovanni Giardina, 41 anni;
  22. Francesco La Bella, 46, di Piscopio;
  23. Mario Lo Iacono, 38;
  24. Cosmo Michele Mancuso, 70, di Limbadi;
  25. Pantaleone Mancuso, 58, di Limbadi;
  26. Nazzareno Pannace, 30;
  27. Francesco Popillo, 34;
  28. Francesco Romano, 33;
  29. Gaetano Rubino, 39;
  30. Pierluigi Sorrentino, 29;
  31. Michele Staropoli, 53.

Il ruolo di ‘sorella omertà’ e le dichiarazioni del ministro Salvini

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“sorella omertà”

Veniva chiamata così perché assisteva i familiari dei detenuti ed i latitanti, offrendo loro supporto in varie forme nei momenti di difficoltà. Si tratta di una donna il cui ruolo è stato documentato nell’ambito dell’inchiesta che questa mattina ha portato all’arresto di 31 persone con l’operazione “Rimpiazzo” della Polizia di Stato. Tra gli altri dettagli emersi, quello di un soggetto, che era nell’elenco degli arrestati ma si trovava già nel carcere nuorese di Badu ‘e Carros che, secondo quanto si è appreso, è rinchiuso già da tempo nel penitenziario di massima sicurezza della Sardegna per reati precedenti.

Facevano attenzione ad eventuali cimici, ma erano spiati dagli inquirenti

Dalle indagini è emerso che i piscopisani si riunivano nella piazza di Piscopio, per pianificare le loro azioni delittuose, curando di lasciare a casa i telefoni cellulari, nel timore di essere intercettati, capi e gregari del clan dei “Piscopisani”, colpito stamane dai 31 arresti eseguiti dalla Polizia di Stato. Cautele inutili, perché le cimici e le videocamere della Polizia sono comunque riuscite a riprendere diversi incontri e a documentare episodi delittuosi che sono all’origine dell’operazione “Rimpiazzo”, coordinata dalla Dda di Catanzaro. I 31 arresti hanno colpito uno dei clan emergenti della ‘ndrangheta, capace di mettersi in concorrenza con la ben più potente cosca Mancuso di Limbadi, con ramificazioni ormai in tutta Italia.

“Riteniamo – ha detto il questore di Vibo Valentia, Andrea Grassi – di aver documentato l’esistenza di un vero e proprio “Locale” di ‘ndrangheta, responsabile negli anni di omicidi, estorsioni e danneggiamenti, ricostruendone l’organigramma. I fatto poi che l’organizzazione piazzasse droga a Palermo conferma che la ‘ndrangheta è il baricentro dei traffici di stupefacenti a livello internazionale. L’operazione coordinata dalla Dda di Catanzaro, è frutto di una collaborazione che ha visto partecipare la squadra mobile di Vibo Valentia, quella di Catanzaro, lo Sco e la direzione anticrimine della Polizia. E’ significativo che alla conferenza stampa di stamane parteciperà, con il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri e il direttore del Servizio Centrale Operativo, Alessandro Giuliano, anche il neo Direttore Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, Francesco Messina”.

Gratteri: “questa è un’indagine di serie A”

“Questo è un ulteriore tasssello del coronamento di un accordo, di un patto mio con il capo della polizia e i vertici delle forze dell’ordine che mi avrebbero mandato tra i migliori investigatori d’Italia. Questa è un’indagine – ha spiegato il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri – di serie A, un’indagine sui piscopisani che si erano messi in testa di soppiantare i Mancuso una delle famiglie di ‘ndrangheta più potenti del mondo. Qui sono stati mandati i vertici per le attività investigative e personale di primissimo piano e con questi uomini è stato possibile fare un indagine di un livello probatorio che è più un ipotesi di scuola, un’indagine che sarà da studiare nelle scuole di Polizia”. Gratteri ha poi sottolineato come oltre all’apporto dei collaboratori di giustizia siano state importanti le denunce: “Abbiamo visto come le parti offese hanno denunciato e hanno avuto fiducia in noi e si sono messe nelle nostre mani”.

I commenti di Salvini e della Meloni

“Grazie alle nostre forze dell’ordine e agli inquirenti! Operazioni di questo tipo mandano un segnale preciso ai clan: c’è tolleranza zero, lo Stato è più forte di voi”, ha dichiarato in merito all’operazione il ministro dell’Interno Matteo Salvini mentre su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni ha scritto: “Complimenti alla Polizia di Vibo Valentia in collaborazione cil presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Melonion la Questura di Catanzaro per l’operazione antimafia che ha portato all’arresto di oltre trenta persone affiliate alla ‘ndrangheta. Una bella giornata per l’Italia intera e per tutti coloro che credono nella legalità e lottano ogni giorno per sradicare la criminalità organizzata dalla nostra Nazione”.

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