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Non si aggiorna e il medico viene sospeso. E’ il primo caso in Italia

medico sospeso

E’ successo ad un dentista iscritto all’albo degli odontoiatri di Aosta, sospeso perché non in regola con l’obbligo dell’aggiornamento professionale. L’Associazione italiana odontoiatri “chi non si forma costantemente non può definirsi un buon medico”

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Era stata denunciata da una paziente per alcuni interventi mal eseguiti e ricollegabili proprio al mancato aggiornamento professionale. E’ toccata ad un odontoiatra la prima sospensione dalla professione perché non in regola con l’obbligo ECM, ovvero l’educazione continua in Medicina. La Commissione Esercenti Arti e Professioni sanitarie-CCEPS ha confermato in secondo grado la sospensione – seppur riducendola da 6 a 3 mesi – stabilita dalla Commissione Albo di Aosta (CAO) a carico di un dentista italiano. L’Associazione italiana odontoiatri (AIO) che ne ha dato notizia, ha commentato in modo chiaro e netto la decisione che probabilmente farà da apripista per altre decisioni: ” vogliamo che il messaggio sia chiaro, chi non si forma costantemente non può definirsi un buon medico“.

Sul caso è intervenuto anche Massimo Tortorella, presidente del Gruppo Consulcesi: “In Italia l’ultimo triennio formativo ECM si è concluso con solo il 54% dei medici in regola. Sebbene i numeri siano in crescita, di fatto quasi la metà dei camici bianchi risulta ancora inadempiente. La strada per evitare di incorrere in meccanismi sanzionatori è sicuramente quella della formazione. Bisogna però aiutare i camici bianchi ad investire nella loro professionalità attraverso incentivi e meccanismi premiali, anche a livello di carriera per chi dimostra di essere in regola con l’obbligo ECM“. Mentre Massimo Ferrero, della Commissione Albo di Aosta, ha sottolineato come la situazione del professionista sanzionato fosse peculiare: “Esercita anche in Francia dove era stato oggetto di una misura analoga. Nel nostro caso era stato denunciato nel 2012 da una paziente che aveva evidenziato danni riconducibili a lavori mal fatti, a loro volta ricollegabili a un mancato aggiornamento evidente e formalmente comprovabile”

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