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Nella acque minerali italiane mercurio sotto la soglia. Il test su 164 diversi marchi

Mercurio acque minerali

La ricerca “Ultra-trace determination of total mercury in Italian bottled waters” ha evidenziato che le acque minerali italiane presentano valori di circa mille volte inferiori rispetto al limite. Anche l’Unical e l’Università Magna Grecia di Catanzaro nello studio dello Cnr-Idpa

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ROMA – Il mercurio nelle acque minerali “made in Italy” è presente a livelli trascurabili per la salute della popolazione. E’ quanto emerge da uno studio sulle concentrazioni di mercurio nelle acque minerali naturali italiane in bottiglia e coordinato dall’Istituto per la dinamica dei processi ambientali del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Idpa).

La ricerca “Ultra-trace determination of total mercury in Italian bottled waters” (determinazione di ultra-tracce di mercurio nelle acque in bottiglia italiane) è stata pubblicata sulla rivista Chemosphere, in collaborazione con l’Istituto di nanotecnologia (Cnr-Nanotec), l’Università della Calabria (Unical), le Università Sapienza di Roma, degli Studi di Ferrara, Ca’ Foscari di Venezia e Magna Grecia di Catanzaro.

I dati raccolti forniscono informazioni fino ad oggi assenti “confermando i livelli trascurabili di Hg nelle acque in bottiglia italiane, circa mille volte inferiori rispetto al valore limite di 1 microgrammo per litro previsto dalla Direttiva Europea 2003/40/CE” ha spiegato Massimiliano Vardè del Cnr-Idpa.

“Nel biennio 2014-2016 – precisano i ricercatori – sono state raccolte e analizzate in laboratorio, con una tecnica analitica specifica per la determinazione del mercurio in ultra-tracce, 244 acque confezionate in bottiglia di 164 marche, rappresentanti il 64% dell’intero mercato italiano. Il mercurio è uno dei contaminanti più dannosi e indesiderabili, in particolare nell’ambiente acquatico. L’esposizione ad esso, anche a basse dosi, induce effetti avversi sul sistema nervoso centrale del feto, del bambino e dell’adulto e provoca, inoltre, significativa tossicità renale ed epatica, diminuzione della fertilità, alterazioni del sistema immunitario e danni al sistema cardiovascolare”.

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