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“Assi pigliatutto”: riscuotono le pensioni di madre e suocera decedute da anni

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La madre morta nel 2005, la suocera ancora prima nel 1998. Due persone sono state denunciate dalla Guardia di Finanza nell’ambito dell’operazione “Assi pigliatutto”

 

CATANZARO  – Le due persone finite nel mirino del nucleo di polizia economico-finanziaria di Catanzaro avrebbero riscosso indebitamente la pensione, rispettivamente, della madre e della suocera decedute da molti anni. Nell’ambito dell’operazione denominata “Assi pigliatutto”, i finanzieri hanno sequestrato denaro, beni e attività finanziarie ai due denunciati. Le somme riscosse con l’indebita percezione delle pensioni sono pari a oltre 184 mila euro.

In un caso il figlio di una delle due pensionate scomparse riscuoteva indebitamente, da oltre 13 anni, la pensione della madre, deceduta nel 2005, omettendo di comunicarne la morte e, da allora, prelevava ogni mese dal libretto postale di cui era cointestatario di circa 700 euro accreditati a titolo di pensione della madre. Così facendo avrebbe incassato indebitamente, in questi anni, oltre 84 mila euro.

L’altra persona denunciata, essendo stata a suo tempo delegata a riscuotere la pensione dell’anziana suocera, morta nel 1998, aveva continuato per 20 anni a certificarne falsamente l’esistenza in vita, arrivando così a riscuotere fraudolentemente oltre 100 mila euro di erogazioni pensionistiche. L’ulteriore particolarità del secondo caso è che l’indagato ha anche presentato domanda per la percezione del reddito di cittadinanza, attestando falsamente che tutto il suo nucleo familiare non possedeva alcuna fonte di reddito, sicché l’importo mensile del beneficio (poco meno di 500 euro) era stato moltiplicato fino al massimo previsto dalla legge e ulteriormente integrato dalla quota fissa di rimborso per il canone di locazione dell’abitazione, arrivando a un ammontare complessivo di oltre 1.300 euro mensili.

Per tale condotta, consistente nelle false dichiarazioni rese al fine di ottenere il reddito di cittadinanza, è stato indagato anche per il reato introdotto della legge con cui è stato istituito il beneficio economico a favore delle famiglie in stato di bisogno e dei disoccupati in cerca di impiego. Si tratta di una delle primissime applicazioni di questa norma, di recentissima introduzione, che punisce con la reclusione da due a sei anni chi dichiara il falso al fine di ottenere indebitamente il beneficio del reddito di cittadinanza.

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