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Smantellata una potentissima ‘locale’ di ‘ndrangheta, 35 fermi – NOMI

guardia di finanza 73

Il blitz della Guardia di Finanza ha portato al fermo di 35 soggetti accusati tra l’altro anche di traffico di droga, estorsione ed usura

 

CROTONE – Sono 35 i provvedimenti di fermo in corso d’esecuzione dalle prime ore di oggi dalla Guardia di finanza, emessi dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. I 35 soggetti coinvolti, sono ritenuti presunti appartenenti alle cosche di ‘ndrangheta di Crotone. Le accuse nei confronti dei fermati sono, a vario titolo, associazione di stampo mafioso, traffico di droga, estorsione, usura, porto illegale di armi e intestazione fittizia di beni.

Secondo gli investigatori, coordinati dal procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri, è stata smantellata una “potentissima locale di ‘ndrangheta“. Per eseguire i provvedimenti sono stati impiegati oltre 250 militari delle Fiamme gialle di Crotone, degli altri reparti della Calabria e dello Scico. Nell’ambito dell’operazione, denominata “Malapianta“, é  stato eseguito un ingente sequestro di beni, da 30 milioni di euro. In particolare 4 ville di lusso, sei autovetture, 4 società, 6 ditte individuali, rapporti bancari e assicurativi.

Dalle indagini è emerso che l’organizzazione univa le mafie reggine a quelle catanzaresi e crotonesi con l’avallo della cosca Grande Aracri. Un’associazione articolata tra i diversi “mandamenti” delle “province” di mafia calabresi. Estorsioni, furti, esercizio abusivo di attività finanziaria, riciclaggio, reimpiego di capitali di provenienza illecita, corruzione, favoreggiamento di latitanti, coercizione elettorale sono alcune tra le varie accuse mosse dalla Dda. In tutto sono indagate 64 persone mentre 6 arresti, sono state eseguiti durante le indagini per la detenzione di 5 chilogrammi di stupefacenti.

Gratteri: “controllo asfissiante dell’economia del territorio”

“Alcune famiglie di ‘ndrangheta controllavano il respiro di un intero territorio della provincia di Crotone, l’indagine ha svelato i loro interessi – detto il capo della Procura di Catanzaro Nicola Gratteri commentando l’operazione – ed avevano controllo assoluto sul territorio: chiedevano la tangente a tutti gli operatori turistici di quell’area, sottoponendoli anche ad usura; rilevavano tutte le attività commerciali al punto che oggi abbiamo sequestrato diversi distributori di benzina, alberghi, ristoranti e bar; vendevano cocaina in cinque regioni d’Italia e all’estero”. Il Procuratore di Catanzaro ha evidenziato che l’indagine ha preso il via “grazie al coraggio di alcuni imprenditori che si sono ribellati alla ‘ndrangheta”

Il commento del ministro Salvini

Il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini ha commentato l’operazione della Guardia di Finanza a Crotone: “35 arresti per ‘ndrangheta, grazie alla Guardia di Finanza che ha messo in campo più di 250 uomini contro clan e delinquenti vari. E presto, col decreto sicurezza bis, avremo nuovi strumenti per combattere scafisti, mafiosi e delinquenti che aggrediscono le forze dell’ordine”.

 

I destinatari dei provvedimenti di fermo

Antonio Barbaro, 57 anni di Careri (Rc);
Domenico Basile, 59 anni di Gazzo (Pd);
Antonio Bevilacqua, 25 anni anni di Crotone;
Domenico Bevilacqua, 51 anni di Crotone;
Leonardo Bevilacqua, 36 anni di Crotone:
Alessandro Caputo, 27 anni di San Giovanni in Fiore (Cs);
Giacinto Castagnino, 29 anni di Petilia Policastro (Kr);
Antonio Caterisano, 51 anni di Cutro (Kr);
Mario Cutrì, 39 anni di Careri (Rc);
Francesco Falcone, 62 anni di Cutro;
Pasquale Gentile, 50 anni di Cutro;
Francesco Lobello, 60 anni di Albi (Cz);
Armando Manetta, 30 anni di Crotone;
Cosimo Manetta, 54 anni di Crotone;
Alfonso Mannolo, 80 anni di San Leonardo di Cutro;
Daniela Mannolo, 38 anni di San Leonardo di Cutro;
Dante Mannolo, 51 anni di Cropani (Cz);
Giuseppe Mannolo, 26 anni di Crotone;
Mario Mannolo, 60 anni di Cutro;
Remo Mannolo, 47 anni di Cutro;
Vincenzo Antonio Mazzeo, 75 anni di Mileto (Vv);
Antonio Mercurio, 52 anni di Botricello (Cz);
Elio Passalacqua, 48 anni di Crotone;
Francesco Passalacqua, 36 anni di Cutro;
Leonardo Passalacqua, 45 anni di Crotone;
Luigi Pignanelli, 30 anni di Cutro;
Alessandro Perini, 35 anni di Crotone;
Nicola Perri, 65 anni di Isola Capo Rizzuto (Kr);
Antonio Procopio, 32 anni di Catanzaro;
Gregorio Procopio, 57 anni di Botricello;
Luigi Raso, 61 anni di Isola Capo Rizzuto;
Domenico Ribecco 54 anni di Cutro;
Pietruccia Scerbo, 44 anni di Cutro;
Fiore Zoffreo, 52 anni di Cutro;
Leonardo Zoffreo, 49 anni di Cutro.

 

La cosca aveva “asservito” alle proprie attività criminali i villaggi turistici

 

Le attività turistiche del litorale ionico tra le province di Crotone e Catanzaro, erano letteralmente asservite alla cosca di ‘ndrangheta di San Leonardo di Cutro, smantellata con l’operazione “Malapianta” e che ha portato all’esecuzione di 35 fermi e al sequestro di beni per 30 milioni di euro. La cosca che faceva capo alle famiglie Mannolo, Trapasso e Zofreo e che vantava ramificazioni operative anche in Puglia, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e proiezioni estere, da anni esercitava la propria influenza criminale sulle strutture turistiche della zona attraverso l’imposizione del pizzo, l’assunzioni di lavoratori e anche costringendo gli operatori a fare riferimento a fornitori di beni e servizi a loro vicini.

Gli enormi proventi illeciti della cosca, che agiva in rapporti di dipendenza funzionale dalla famiglia Grande Aracri, egemone nella provincia, erano poi riciclati in investimenti nei settori della ristorazione, dell’edilizia e delle stazioni di rifornimento carburante. Oltre al dominio incontrastato del traffico di droga fra le province di Crotone e Catanzaro e l’usura, praticata nei confronti di diversi imprenditori anche nel nord Italia, la cosca di San Leonardo di Cutro aveva acquisito una fortissima capacità di controllo e monitoraggio del territorio per censire “presenze sospette” di veicoli e/o soggetti appartenenti alle forze dell’ordine.

I componenti della consorteria criminale erano anche in grado di ottenere informazioni sulle operazioni di polizia imminenti attraverso una oscura rete di fonti e connivenze. Oltre a ciò è stato accertato come i medesimi effettuavano regolarmente attività di anti bonifica per il rilevamento di microspie o per eludere le attività di intercettazione.

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