La Camera ha approvato in prima lettura il decreto Calabria, varato dal governo il 18 aprile scorso e ora in fase di conversione in legge. Il provvedimento ha avuto 240 voti favorevoli, 76 contrari con 316 deputati presenti e votanti
ROMA – Prosegue il percorso per “risanare” la sanità calabrese partito ad aprile con il consiglio dei ministri a Reggio Calabria. Si va verso la conversione in legge. Ieri il provvedimento, con misure straordinarie valide per 18 mesi, è stato approvato con 240 voti favorevoli e 76 contrari. E passa al vaglio del Senato. Nonostante il ‘no’ delle opposizioni, Pd, Leu, FI e FdI, sono passate le norme più stringenti sulla verifica del lavoro dei direttori generali nei vari ospedali e aziende sanitarie calabresi e i “super poteri” conferiti ai commissari straordinari sulla sanità della regione.
Ha fatto un passo indietro intanto Dalila Nesci che si è dimessa da relatrice del provvedimento, dopo le pressioni di Lega e Pd per le accuse di conflitto di interesse con un suo collaboratore, Gianluigi Scaffidi, che era tra i candidati alla nomina di commissario a Vibo. Al suo posto, la presidente della commissione Affari sociali Marialucia Lorefice, anche lei del Movimento.
Nel decreto dieci gli articoli sulla Calabria, due le priorità: ripristinare i livelli essenziali di assistenza socio-sanitaria e rimediare ai disavanzi accumulati dalla sanità locale. Da qui una serie di interventi previsti per rafforzare i controlli sui direttori generali, introducendo verifiche straordinarie sulla loro attività, che spettano al commissario ad acta. Sorvegliati speciali anche i direttori amministrativi e sanitari: sul loro lavoro pendono controlli periodici dei commissari straordinari. In Aula respinti quasi tutti gli emendamenti. Tranne, due proposti dalle opposizioni che mettono dei paletti ai compensi dei commissari straordinari. Con il primo sono spariti i 20 mila euro, previsti come indennità aggiuntiva per i commissari straordinari se residenti fuori regione. Il secondo condiziona gli ulteriori 50 mila euro, previsti nel contratto, ai risultati realmente ottenuti dai commissari.
