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Denuncia e fa arrestare il boss, ma viene “isolato”. La vicinanza arriva dalle forze dell’ordine

Zappia

Carmelo Zappia, l’imprenditore di Nicotera, grazie alle denunce ha fatto arrestare boss della ‘ndrangheta Antonio Mancuso ed il nipote Alfonso Cicerone, entrambi accusati di estorsione e usura. Da allora in molti gli hanno voltato le spalle, non le forze dell’ordine, la Prefettura e la magistratura che oggi hanno voluto manifestare affetto e vicinanza

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NICOTERA (VV) – Lasciato completamente solo dalla comunità, dalle istituzioni cittadine e dalle associazioni, manco fosse lui il boss della ‘ndrangheta finito in carcere a seguito dell’operazione dalla DDA partita proprio dalle sue denunce, dopo essere stato strozzato e vessato per anni dai suoi aguzzini. Nessuno ha più voluto avere a che fare con Carmelo Zappia, l’imprenditore titolare di un negozio di arredamenti e di una tabaccheria, che la vicinanza, invece, l’ha invece trovata nelle forze dell’ordine, nella magistratura e dalla Prefettura di Vibo Valentia.

Stamane l’imprenditore di Nicotera (VV) è stato ricevuto in Prefettura, in un incontro aperto alla stampa durante il quale il prefetto Francesco Zito ed i vertici provinciali delle forze dell’ordine hanno voluto manifestare vicinanza al commerciante che con le sue denunce ha permesso giovedì scorso alla Dda di Catanzaro di far scattare un’operazione che ha portato in carcere il boss della ‘ndrangheta Antonio Mancuso ed il nipote Alfonso Cicerone, entrambi accusati di estorsione e usura.

“questo incontro è importantissimo perché dopo la denuncia mi sono sentito abbandonato dalla conunità ma non sono stato dalle forze dell’ordine – ha dichiarato Zappia – ed ora vedremo di riprendere tutto come prima. Sono consapevole che sto sfidando uno dei clan più potenti, però bisognava farlo, anche se la paura c’è sempre. Qualcuno che prima veniva nei miei negozi, ora non si vede più ed è scomparso, mentre altri continuano a venire normalmente. Sul piano economico – ha concluso Zappia – per via di questa vicenda siamo a terra, ma vedremo di riprenderci”.

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